“Ciclicamente, come nel susseguirsi
delle stagioni o, meglio ancora, delle elezioni, torna
nell’agone del dibattito politico il tema
dell’#autonomiadifferenziata. E, questa volta, torna con i
caratteri di una vera e propria pirateria costituzionale a danno
del Mezzogiorno. Sulla scia degli echi vichiani degli eterni
ritorni, il ddl Gelmini risfodera niente meno che il criterio
della ‘spesa storica’ per stabilire la ripartizione delle
risorse”. Lo scrive su Facebook il senatore del Pd Dario
Stefàno, presidente della Commissione Politiche Ue.
“Con questo disegno di legge – prosegue Stefàno – sembra infatti
tornare alla carica quella smania, da sempre mal celata, di non
volere andare a risolvere e ridurre le storiche diseguaglianze,
che si misurano in termini tanto materiali quanto immateriali,
che da sempre dividono il Mezzogiorno d’Italia dal resto del
Paese. Ritornare a far valere il principio della spesa storica
significa, senza giri di parole, decidere di voler lasciare così
com’è l’attuale differenza di servizi che i diversi territori
offrono ai cittadini. E anche la ‘gentile concessione’ sulla
prevista definizione dei livelli essenziali delle prestazioni
non avrebbe più valore a fronte di una scelta di principio che
‘freeza’ questi territori nel pantano dei diversi gap che li
attraversano. Nel momento stesso in cui veniamo chiamati ad uno
sforzo importante, quale è appunto quello di dare precisa
attuazione al PNRR, dove – è bene ribadirlo – rimane la
necessità di tenere altissima l’attenzione per cercare di
conservare quell’impegno di garantire che ‘almeno il 40 per
cento delle risorse’ siano territorializzate al SUD, dato che
già oggi, in qualche ministero, si registra l’azione di una
mano, questa volta ‘ben visibile’ che punta ad ignorare
patentemente quel vincolo, ebbene, non è certo questo il tempo
né questa è la maniera per avviare il nostro Paese sul crinale
della peggiore secessione: quella dei ricchi”.