“La politica fiscale del Governo è perennemente in ostaggio tra la necessità di fare cassa e la volontà di accontentare le categorie amiche. È così si espone a continui inciampi e fallimenti. Come con il concordato preventivo, che ambiva ad ottenere l’impossibile obiettivo di recuperare risorse senza spaventare i contribuenti infedeli, e rischia un clamoroso flop; allo stesso modo rischiano di fallire gli interventi sui super ricchi. Nello stesso consiglio dei ministri, infatti, da un lato il Governo ha raddoppiato la flat tax per i “Paperoni” che trasferiscono la residenza fiscale in Italia, dall’altra ha introdotto una norma sulle successioni che rischia di diminuire fortemente il gettito nelle successioni miliardarie. Infatti il Governo stabilisce che i beni ricevuti in eredità attraverso un trust potranno essere tassati solo “in entrata” nel trust e non più al momento della successione che può avvenire diversi anni o addirittura decenni dopo. Questo significa che la rivalutazione del patrimonio all’interno del trust rimarrà sconosciuta al fisco. Noi continuiamo a credere che ogni intervento fiscale debba ispirarsi al principio costituzionale della capacità contributiva e alla progressività. Questo renderebbe più semplice e giusto il sistema fiscale. Basta flat tax, regimi separati e scorciatoie che si rivelano fallimentari”. Così in una nota la senatrice Cristina Tajani, capogruppo del PD in commissione finanze al senato.


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