‘Passare da logica emergenziale a quella della prevenzione con risorse certe’

‘Che il dissesto idrogeologico sia ormai una vera e propria priorità nazionale è dimostrato anche dal fatto che il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha presentato già nei primi 100 giorni di governo ben due disegni di legge in materia, certamente apprezzabili: il primo per il contenimento del consumo e per il riuso del suolo, il secondo sulle demolizioni nelle aree a dissesto idrogeologico. Segno di una rinnovata e decisiva attenzione verso le tematiche ambientali e ad un fenomeno specifico che è cresciuto a ritmi impressionanti’. Lo ha affermato intervenendo in aula il senatore del Pd Stefano Vaccari, relatore della mozione approvata al Senato.

‘Occorre passare dalla logica dell’emergenza a quella della prevenzione nella gestione del territorio – ha aggiunto – Per tutto il territorio, ma in special modo per i corsi d’acqua, è necessaria infatti la predisposizione di una strategia nazionale di riqualificazione finalizzata alla gestione delle alluvioni e del dissesto idrogeologico, fondata sui concetti di non occupazione o ripristino delle aree destinate all’espansione naturale dei corsi d’acqua, di minimizzazione del rischio e di misure di adattamento al rischio residuo. Presupposto essenziale per il passaggio da una logica emergenziale a una basata sulla prevenzione è pertanto la predisposizione di un sistema di finanziamento adeguato, oculato e certo’.

‘Tra il 1999 ed il 2008 – ha spiegato – sono stati impiegati 58 miliardi di euro per la difesa del suolo, la riduzione dell’inquinamento e l’assetto idrogeologico, ma di questi oltre il 50 % è stato assorbito dalle spese di parte corrente e solo 26 miliardi di euro sono stati destinati ad investimenti per la prevenzione dei rischi’.

‘Chiediamo perciò al Governo – ha concluso Vaccari – un cambio di passo sul tema della governance e di aderire alla strategia europea in materia di difesa del suolo, che si fonda sul cambiamento del modello di sviluppo: scelte di destinazione d’uso del territorio, ricostruzione ecologica dei corsi d’acqua, agricoltura come cura e presidio del territorio, analisi economica nei processi decisionali, politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici partecipazione dei cittadini nella ricerca di scelte condivise.
Abbiamo la necessita impellente di un cambio di passo istituzionale e culturale e l’impostazione avviata dal nuovo Ministro ci fa ben sperare.


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