La Commissione Ambiente del Senato ha approvato quasi all`unanimità, con il solo voto contrario del M5s, un`articolata risoluzione in vista dell`adozione da parte dell`Unione europea di una Strategia sull`economia circolare.
Come senatori, raccomandiamo all`Ue di avere obiettivi ambiziosi, dal momento che il futuro della nostra economia e di quella dell`Europa si fonda sulla capacità di passare dal modello lineare ‘prendi, produci, usa e getta’, a quello circolare basato sul riutilizzo, sulla riparazione, sul riciclo di prodotti e l`uso limitato di materie prime. A luglio 2014, la Commissione europea aveva presentato un primo pacchetto di misure dal titolo ‘Verso un`economia circolare’, sul quale è stato avviato un processo di consultazione, ma che è stato poi ritirato da Junker perché troppo basato sulla sola gestione dei rifiuti. Ora, entro dicembre 2015, la Commissione Ue si appresta a varare una nuova Strategia, che dovrebbe contenere un approccio complessivo e integrato e obiettivi ambiziosi. In particolare, si tratta di puntare sull`aumento della produttività e dell`efficienza nell`uso delle risorse e di ripensare il ciclo di vita dei prodotti, che deve essere fondato sull`ecodesign, un nuovo modo di pensare e progettare, integrando gli aspetti ambientali fin dalla fase creativa. In un`economia circolare, i materiali circolano all`interno di circuiti chiusi che puntano a minimizzare sia il prelievo di risorse sia lo smaltimento di rifiuti. I rifiuti derivanti dal consumo vengono raccolti in modo efficiente, riciclati e utilizzati per realizzare nuovi prodotti. Le materie prime vergini (rinnovabili o non rinnovabili) sono utilizzate solo quando non sono disponibili materie prime secondarie. Le risorse rinnovabili sono utilizzate entro i limiti della sostenibilità e della capacità di carico degli ecosistemi. L`aumento dell`efficienza delle risorse si basa su alcuni concetti fondamentali dell`economia circolare: lo sviluppo di cicli produttivi corti (con rientro e recupero dei materiali derivati dai prodotti in finevita), multipli (con più cicli di uso) e a cascata (che collegano Imprese diverse); prodotti durevoli, riparabili, riutilizzabili, facilmente riciclabili e prodotti con materiali riciclati; riduzione al minimo dei rifiuti, fino quasi allo zero, salvo limitate quantità di quelli non recuperabili; lo sviluppo della produzione e dell`impiego di energia e materiali rinnovabili. L`efficiente uso delle materie prime è strategico per l`Europa, che dipende dall`import per il 40% del suo fabbisogno. Basti pensare che un aumento della produttività delle risorse del 2 per cento creerebbe 2 milioni di nuovi posti di lavoro nell`UE entro il 2030, secondo le stime della Commissione europea. , Mentre le eco-industrie e la ecoinnovazione al momento rappresentano un terzo del mercato mondiale delle tecnologie verdi, per un valore di mille miliardi dì giuro, destinato a raddoppiare nel 2020. E` chiaro che si tratta di una trasformazione strategica e complessiva del processo produttivo e industriale, che può essere graduale e che in parte è già in atto, ma anche che richiede riforme decise. Il nuovo ‘pacchetto’ della Commissione europea si dovrebbe comporre di una proposta di direttiva sui rifiuti, che tenga in maggiore considerazione le diversità tra Stati membri e miri a rafforzare la prevenzione, il riutilizzo e il riciclo, l`uso di materie prime secondarie e di una Comunicazione contenente un piano d`azione rivolto all`intera catena del valore, con elenco di misure specifiche per ‘chiudere il cerchio’ dell`economia. All`Europa abbiamo chiesto coraggio e proposto indirizzi innovativi per la nuova Strategia. Dopo i pareri degli Stati membri, nel mese di settembre proseguirà il confronto con la UE per la definizione della proposta, al quale il nostro Paese dovrà contribuire per ottenere obiettivi ambiziosi.

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