Cosa stanno facendo il Coni e la Fidal per chiarire quanto è accaduto ad Alex Schwarzer? Non è possibile che il caso del marciatore si configuri come una ritorsione contro il suo allenatore Alessandro Donati, che come collaboratore dell’Agenzia internazionale antidoping ha fatto segnalazioni che hanno portato ad indagini ed arresti? E’ quanto chiede il senatore del Pd Stefano Vaccari ai ministri della Sanità e della Giustizia, con un’interrogazione parlamentare sottoscritta anche dai colleghi democratici Idem, Capacchione, Esposito, Verducci, Ranucci, Rossi, Fabbri, Angioni, Lai, Cucca, Pezzopane, Filippin, Manassero, Caleo, Sollo, Puppato, Orru, Giacobbe, Amati, Del Barba, Ginetti, Dirindin, Spilabotte. Nell’interrogazione si sottolinea, in sostanza, la necessità di fare piena luce su quest’ultimo “giallo” che costerà la partecipazione alle Olimpiadi all’atleta italiano.
“Non a caso sulla vicenda – spiega Vaccari nell’interrogazione – la Procura di Bolzano ha già aperto un’inchiesta. Dopo la vittoria il 9 maggio della 50 chilometri di marcia e la qualificazione alle Olimpiadi di Rio, Schwarzer sarebbe risultato positivo al doping, per un prelievo di gennaio 2016 e, in seguito al ricorso del suo allenatore Donati, i successivi test avrebbero confermato la positività. Tuttavia è noto come l’industria legale e illegale del doping sia stata in grado di corrompere i vertici della IAAF (Federazione internazione di atletica), nonché federazioni sportive europee e mondiali. Proprio l’allenatore di Schwarzer, Alessandro Donati, collabora con l’agenzia mondiale antidoping (WADA) dal 2003 ed è stato fondamentale per avviare indagini importanti che hanno portato a scoprire anche un gigantesco database, presso un medico italiano, relativo a test positivi di centinaia di atleti internazionali, tra i quali tanti di nazionalità russa, ed è stato possibile avviare un’indagine per riciclaggio e corruzione da parte della magistratura francese che ha portato all’arresto del vecchio presidente della IAAF Amine Diack. E’ dunque assolutamente necessario appurare la veridicità delle affermazioni di Donati, che ha denunciato minacce e intimidazioni prima e dopo la gara vinta da Schwarzer e dopo le segnalazioni da lui fatte all’agenzia internazionale antidoping. Si può pensare ad una ritorsione contro di lui? E non è necessario chiarire il filo rosso che collega i farmaci al doping, visto che il 76% degli atleti controllati nel 2015 ha dichiarati di aver assunto farmaci una settimana prima del controllo? Perché non si coinvolge la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo per il raccordo nazionale e internazionale delle indagini sul doping e le organizzazioni criminali che gestiscono la produzione e la messa in commercio dei farmaci e delle sostanze dopanti? Perché non si promuove una seria e forte campagna sull’uso del doping e dei farmaci nello sport?”


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