“Il suicidio della donna rumena perché temeva ulteriori violenze e minacce dall’ex che aveva già fatto condannare a 11 anni è un dramma nel dramma che ci scuote nel profondo. Dalle ricostruzioni di stampa, che andranno certamente approfondite, emerge la tempestiva reazione della Procura di Caltanissetta, che aveva ottenuto l’aggravamento della misura cautelare nei confronti dell’uomo, il quale anche dai domiciliari aveva continuato a minacciare la sua vittima. Andrà valutato cosa è accaduto, ma il tema dell’adeguata protezione delle vittime, soprattutto di quelle che denunciano e che quindi sono ancora più esposte, sta diventando sempre più centrale, accanto a quelli della velocità di reazione della macchina giudiziaria, di una corretta valutazione del rischio che corrono le donne e soprattutto e in cima a tutto, della rivoluzione culturale necessaria a non far sentire le donne sole”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, che sottolinea come “il suicidio di una donna vittima di violenza è una ferita per tutti, ci stringiamo alla famiglia”.

“Il tema è principalmente culturale – prosegue Valente – Quello che serve è la reazione di una comunità intera, l’unico fattore che può non far sentire una donna sola di fronte a un uomo che le usa violenza e la perseguita. Anche la migliore applicazione delle norme penali va accompagnata a un cambio di passo culturale, oltre che ad una adeguata formazione e specializzazione di tutti gli operatori, condizioni indispensabili perché una donna non si senta sola con il suo personale dramma, che in realtà è sociale. Solo se cambia la cultura potremo isolare gli uomini violenti, sostenere meglio le vittime e aiutarle a riprendere la loro vita. Gli strumenti ci sono, anche se i tempi della giustizia devono migliorare”.


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