“In Commissione affari costituzionali al Senato stiamo esaminando l’articolo 4 della riforma del Premierato ed è stato appena bocciato il nostro emendamento che prevedeva la sfiducia costruttiva. Emerge dunque in modo ancora più chiaro, laddove ce ne fosse ancora bisogno, la volontà della destra di riconoscere a un’unica persona la legittimità di essere interprete e custode unico e assoluto della volontà popolare: l’uomo solo, o come in questo caso, la donna sola al comando, con il potere di ‘trascinare’ con sé anche il destino del Parlamento. E questa sarebbe la volontà di attribuire più potere decisionale ai cittadini? Promettere, come fa spesso Meloni, maggiore partecipazione ai cittadini attraverso questo Premierato vuol dire drogare il racconto di quanto si sta facendo, lavorare consapevolmente su un’illusione, mentire sapendo di farlo”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Commissione Affari costituzionali. “L’unico modo per riconoscere davvero ruolo e protagonismo dei cittadini – prosegue Valente – se si crede ancora negli istituiti della rappresentanza e della forma della repubblica parlamentare è rimettere al centro il Parlamento, dare maggiore possibilità di scelta ai cittadini per eleggere propri rappresentanti, cambiando la legge elettorale per superare le liste bloccate, e contemporaneamente dare piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione, che vede nei partiti politici gli organismi attraverso i quali la volontà popolare incide sulle scelte, a cominciare dalla definizione delle liste elettorali fino agli indirizzi da esprimere in Parlamento. Scelte che con ogni evidenza non si compiono, come vorrebbe questa riforma, una volta ogni 5 anni”.
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