“Oggi sono state rese note le motivazioni secondo le quali la Corte di Appello di Milano ha confermato l’assoluzione per un uomo di 47 anni, sindacalista che, sul luogo di lavoro a Malpensa, aveva molestato con ripetuti toccamenti della durata di 20-30 secondi una hostess che a lui si era rivolta per una vertenza sindacale. Pur riconoscendo il comportamento dell’aggressore, la Corte non ha ravvisato violenza perché la donna avrebbe potuto sottrarsi e non l’ha fatto. Siamo di fronte a un’altra sentenza rivittimizzante che costituisce un passo indietro preoccupante: si concentra sulle condotte che lei avrebbe dovuto tenere, invece che sul rispetto dovuto alla sfera intima di ogni donna. La donna diviene così vittima due volte, una prima del suo aggressore e una seconda del tribunale. Non solo, questo pronunciamento conferma ancora una volta l’esigenza di approvare, senza ulteriori ritardi, il reato di molestie sessuali con l’aggravante dei luoghi di lavoro e di studio. Senza questa fattispecie è molto difficile punire comportamenti come quelli avvenuti in questo caso specifico, specie in assenza di una legge sul consenso (che pure chiediamo di approvare). Dobbiamo garantire alle donne la possibilità di difendersi da atteggiamenti e condotte molesti, che rientrano in piena nella cultura patriarcale all’origine della violenza maschile”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Bicamerale femminicidio.


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