“No a una Rai debole con i forti e forte con i deboli. E’ inaccettabile che ci siano alcuni privilegiati inquadrati con contratti da ‘artista’ con cifre esorbitanti e migliaia di figure professionali disconosciute sottopagate o costrette al precariato. Il ‘piano sulla trasparenza’ voluto con forza da questo Parlamento grazie alla Riforma della Governance deve essere l’occasione per una rivoluzione che faccia riconquistare alla Rai la fiducia e la credibilità perdute. A partire dal correggere queste storture”. Lo ha detto il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, nel corso dell’audizione dei vertici Rai sul piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale.

“Non basta conoscere quanti sono i compensi superiori ai 200mila euro ma è necessario sapere anche quelli inferiori ai duemila euro. Non è sostenibile avere stipendi che sforano il tetto soprattutto se si riferiscono a ruoli inattivi, a fronte di centinaia di migliaia di persone che mandano avanti l’azienda da precari o con uno stipendio bassissimo. Tutti i compensi vanno messi online, quelli dei dirigenti ma anche quelli dei conduttori. E soprattutto – continua – vanno tracciati i rapporti dell’azienda con le società di produzione e i manager, perché troppo spesso la Rai subisce il condizionamento di veri e propri cartelli monopolistici. L’azienda va aperta al pluralismo produttivo. La Rai insieme all’Usigrai – ha concluso Verducci – si doti di un codice di condotta interno in modo che per tutti valgano gli stessi criteri basati sul merito e sui risultati ottenuti e per quel che riguarda i compensi si conformi all’indirizzo della Commissione di Vigilanza che nello Statuto Rai ha voluto riconfermare il tetto dei 240mila euro”.


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