“Nella sua audizione in Parlamento sulla manovra, il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta conferma nero su bianco tutte le nostre preoccupazioni. Mancano all’appello per la sanità 19 miliardi di qui al 2030 e senza un’inversione di rotta dovremo dire addio al Sistema sanitario nazionale per come lo conosciamo e alla sanità pubblica fondata sull’universalismo, sull’equità e sull’uguaglianza. E’ quanto diciamo purtroppo da tempo, di fronte alla Premier Meloni che insiste, parlando di cifre assolute, di aver aumentato le risorse. Non è così e il finanziamento per la sanitò si misura in rapporto al Pil proprio per tenere conto di tanti fattori, tra cui l’inflazione. Consiglio alla presidente Meloni di comprare una calcolatrice nuova. Forse la aiuterà a capire meglio dati e situazioni”. Lo dice la senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali.
“La quota del Pil destinata alla sanità scende con il governo Meloni dal 6,12% del 2024 al 6,05% nel 2025 e 2026, fino ad arrivare al 5,7% nel 2029. Siamo al di sotto della soglia di sussistenza. Per noi sono numeri inaccettabili, di fronte ai quali l’Esecutivo deve assumersi precise responsabilità. La sanità non deve diventare terreno di scontro: invertire la tendenza si può e noi su questo siamo sempre disponibili al confronto. Se però troveremo un muro, saremo dalla parte di chi, lavoratori del settore, sindacati e cittadini, metterà in campo una giusta protesta”.