“Sulla lapide, alla stazione di Bologna, posta in ricordo delle 85 vittime della strage del 2 agosto 1980, sta scritto 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚. Nonostante i tentativi di togliere quell’aggettivo, fascista, la storia ha dato ragione a chi, fin dall’inizio, non ebbe dubbi sulla matrice della strage. Dopo 43 anni quella bomba, esplosa alle 10,25 del 2 agosto 1980, continua a ferire Bologna e i suoi cittadini così profondamente che il dolore è ancora tangibile.
L’esercizio della memoria è stato, grazie alle tante iniziative culturali promosse dalle istituzioni locali, condotto con volontà e determinazione perché nessuno possa dimenticare le vittime e i feriti di quel gesto che ha cambiato la vita a ciascuno di noi. Fu chiesto più volte che l’aggettivo fascista fosse tolto dalla lapide, in nome di un mal concepita “𝘱𝘢𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦”. Ma per essere davvero tale, la pacificazione, deve affrontare la verità nuda e cruda, a Bologna e non solo.
𝐈𝐥 𝟐 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢̀ 𝐮𝐧 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐑𝐞𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚, 𝐞 𝐟𝐮 𝐮𝐧 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐧𝐞𝐨 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚.
Non vi sarà pacificazione alcuna senza la verità, e oggi possiamo dire senza l’accettazione della verità. Questo chiede la città di Bologna. Questo chiede l’intero Paese.
La verità comporta di affermare, da parte del governo, che quella strage fu concepita in ambienti neo fascisti con l’intento di imprimere alla nostra storia nazionale una svolta a destra. Fu strategia del terrore a cui sono seguiti anni di depistaggi: ma oggi la verità è accertata e al governo non resta che uscire, in via definitiva, dall’imbarazzo.
Non basterà più alla Presidente Meloni dire, come fece nel 2017: “2 𝑎𝑔𝑜𝑠𝑡𝑜 1980: 37 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎, 37 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀”. E ancora nel 2018: “38 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 #𝑆𝑡𝑟𝑎𝑔𝑒𝑑𝑖𝐵𝑜𝑙𝑜𝑔𝑛𝑎. 𝐴𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑜𝑔𝑔𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑣𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜, 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀, 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎”. E nel 2021: “𝐴 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 40 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑔𝑒 𝑑𝑖 𝐵𝑜𝑙𝑜𝑔𝑛𝑎, 𝑡𝑟𝑎 𝑜𝑚𝑏𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑝𝑖𝑠𝑡𝑎𝑔𝑔𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑣𝑖𝑡𝑡𝑖𝑚𝑒 𝑒 𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎”. Fino allo scorso anno, nel 2022: “𝐿𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑔𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝐵𝑜𝑙𝑜𝑔𝑛𝑎 𝑑𝑖 42 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑓𝑎 𝑟𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑁𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒. 𝐺𝑙𝑖 85 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 200 𝑓𝑒𝑟𝑖𝑡𝑖 𝑚𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑒𝑚𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀”.
La verità la sappiamo, fu una strage fascista. Un paese pacificato sa fare i conti con la propria storia.
Come ogni 2 agosto da 43 anni, il mio pensiero è lì, su quel piazzale, che alle 10,25 di ogni anno è attraversato da quel fischio del treno che è entrato per sempre nella nostra mente, nel nostro essere parte di una comunità. Ripenso all’autista Agide Melloni che il 2 agosto 1980 guidò per 15 ore consecutive il bus numero 37. Prima i feriti in ospedale, poi i morti all’obitorio.
Questa è la nostra memoria collettiva, queste sono le ragioni per cui oggi, a Bologna, migliaia di cittadine e cittadine sfilano verso la stazione rivivendo insieme i valori della democrazia e della libertà. Ogni bolognese oggi, in qualunque luogo si trovi, è a Bologna”. Così la senatrice bolognese Sandra Zampa.


Ne Parlano