‘Per la prima volta dall’inizio della crisi, un Paese europeo molto importante come l’Italia,  ha deciso di connettere il rigore dei conti pubblici ad un’impostazione decisamente espansiva della manovra. Un cambiamento che era assolutamente necessario per superare gli eccessi di politiche restrittive che per troppi anni hanno inciso negativamente sulla nostra economia, tanto dall’essere considerate una rilevante concausa della mancata uscita dalla crisi’. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda dichiara il voto favorevole del gruppo Pd alla Legge di Stabilità per il 2016. E aggiunge: ‘Il governo italiano sta svecchiando il Paese e lo sta facendo sin dai primi mesi della sua costituzione con una politica di riforme sulla quale il Parlamento è impegnato con successo da un anno e mezzo. Questo processo di cambiamento conferma che la politica non può non tener conto dell’economia, ma anche che l’economia non può prescindere dalla politica. Nelle scelte del governo c’è una prevalenza di politica e di interesse nazionale, come politica è la volontà del Parlamento’.
‘La prima dote’ della manovra è la sua ‘coerenza con i parametri del patto di stabilità e crescita. Il debito pubblico diminuisce per la prima volta dal 2007 e il deficit si ferma al 2,2%, ben al di sotto della soglia del 3% che importanti partner europei continuano a superare. È in questo quadro di grande attenzione ai vincoli europei che va inquadrata l’emergenza terroristica. Il finanziamento della lotta al terrorismo internazionale richiederà più flessibilità sui parametri della stabilità. Per Zanda, ‘la seconda dote della manovra è una rilevante diminuzione della pressione fiscale che darà respiro a molti italiani, stimolerà la domanda e farà salire gli indici di fiducia’. C’è poi ‘la lotta alla povertà e la tutela delle fasce più deboli della popolazione e la prosecuzione della difficile e delicatissima operazione di riduzione della spesa pubblica. In due anni la nostra spesa corrente scende di venti miliardi, dei quali sei nella stabilità che stiamo per approvare. Sono cifre importanti ed è un peccato vederle sottovalutate’. ‘Il quinto impegno è il rilancio dell’economia. La manovra riduce le entrate fiscali nella misura dell’1,1% del pil. Con due obiettivi: rilanciare l’offerta favorendo la ripresa della produzione industriale e sostenere la domanda, aumentando il reddito delle famiglie e favorendo l’occupazione. Ma i benefici più rilevanti vanno alle realtà produttive medio-grandi che si candidano a trainare la ripresa economica e industriale del Paese. L’industria manifatturiera è un punto di forza del nostro sistema economico, una grande occasione di aumento dei posti di lavoro. Dobbiamo aiutarla a difendersi nel contesto difficile della globalizzazione, dandoci obiettivi realistici e immediati’.

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