Processi riformatori devono avvicinare il ‘palazzo’ ai cittadini

“Oggi può aprirsi uno spazio politico del tutto nuovo per le riforme istituzionali e costituzionali. Uno spazio che per il Partito Democratico deve ricomprendere in primo luogo la maggioranza di governo ma anche, a pari dignità, i gruppi parlamentari di opposizione”. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda annuncia, nell’Aula del Senato, il voto favorevole del suo gruppo alla mozione sulle riforme. E continua: “E’ importante individuare con chiarezza gli obiettivi e riconoscere i livelli di connessione di ciascun tema, in modo da tenere assieme i fili di un percorso di riforma sensato e coerente. In questo quadro, la riforma della legge elettorale sarà necessariamente un passaggio fondamentale, anche per la stessa tenuta dell’intero processo. È naturale, direi ovvio, sottolineare la stretta connessione tra la nuova legge elettorale e la forma che assumeranno Camera e Senato. Ma è altrettanto necessario ricordare che per ogni intervento sull’attuale legge, che il Pd non ha mai voluto e della quale è persino dubbia la costituzionalità, le forze politiche hanno il dovere di non procedere mai più con colpi di mano di maggioranza. Ripetiamocelo sino alla noia: le ‘regole del gioco’ si scrivono tutti insieme”.

Il presidente dei senatori del Pd spiega: “Tutti i grandi processi riformatori nascono deboli e crescono male se non servono anche ad avvicinare il ‘palazzo’ ai cittadini. Alle riforme serve una stabile maggioranza politica, serve uno spirito positivo del Parlamento, serve un’opposizione costruttiva, ma tutto ciò non basta. È necessario che la politica sia capace di far comprendere che le riforme sono necessarie e che le si vuole realizzare veramente. Abbiamo bisogno di un cammino parlamentare molto aperto, inclusivo per chiunque voglia con serietà dare il proprio contributo. Più saremo inclusivi, più facilmente riusciremo a raggiungere con efficacia il traguardo ambizioso che ci siamo dati. Perché se gli italiani dovessero riconoscere, alla fine di questo percorso, che le forze politiche non sono state all’altezza del compito che si sono dato, non esiterebbero a dircelo nel referendum. È già accaduto. Non deve riaccadere”, conclude Zanda.


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