«Una premessa: io sono molto amico di Ignazio Marino, siamo stati insieme al Senato per tanti anni, è una persona per bene». Luigi Zanda, capogruppo del Pd a Palazzo Madama, nutre per l`inquilino del Campidoglio gli stessi sentimenti ambivalenti che proverebbe un padre di fronte ai fallimenti del figlio. Prima lo giustifica, «fare il sindaco di Roma è un mestiere difficile, reso ancora più complicato dall`eredità pesante di Alemanno», poi però è costretto ad ammetterne gli errori.
Senatore Zanda, perché Marino fa tanta fatica?
«Non ha la conoscenza robusta di Roma che avevano Rutelli e Veltroni, o Petroselli e Argan. Questo avrebbe dovuto consigliarlo a scegliere una giunta più matura. Io stimo l`assessore Improta, ma su molti altri sospendo il giudizio».
E infatti adesso sarà il Pd nazi.onale a chiedere al sindaco di azzerare la giunta e ripartire. Lui però nicchia.
«Marino non deve pensare che le indicazioni del Pd siano date per motivi diversi dal volerlo rafforzare. Ci mancherebbe altro che lui non si fidasse del suo partito». Eppure finora è stato così.
«Questa è una debolezza del Campidoglio che il sindaco deve assolutamente risolvere. Pure i consiglieri del Pd sono stati eletti come lui dai cittadini e devono poter far pesare la loro opinione».
A Roma si parla di elezioni anticipate.
«Io sono contrario, ma considero egualmente pericolosa la palude politica: il fatto che il sindaco e la sua maggioranza non vadano d`accordo è contro natura, ancora più rischioso del voto anticipato».
Stando a un sondaggio, solo un romano su 5 si fida di Marino. A cosa si deve un crollo di tali proporzioni?
«A diversi fattori: in primis il forte debito ereditato e i ritardi dell`amministrazione precedente che ha fatto incancrenire i problemi. Detto questo, io non giudico le scelte iniziali di Marino, ma forse sarebbe stato meglio partire con iniziative forti, molto visibili ed efficaci sulle periferie, piuttosto che puntare sulla pedonalizzazione – pur importantissima-di Via dei Fori Imperiali. Le periferie romane hanno bisogno di interventi anche elementari sull`illuminazione, le buche, le biblioteche comunali, la manutenzione, l`ambiente, la cultura. Per non parlare dell`enorme problema del traffico. Sembra strano, ma penso che tali interventi siano fondamentali anche ai fini dell`accoglienza e della solidarietà».
Uno degli addebiti mossi al sindaco è di essersi fatto vedere poco in periferia.
«E invece io ritengo che la presenza delle istituzioni pubbliche conti moltissimo: non solo del sindaco, ma di assessori, prefetto, forze dell`ordine».
Marino ha aspettato quattro . giorni prima di andare a Tor Sapienza.
«Quando in una città ci sono punti di crisi grave, prima ci si va meglio è».
E le multe, senatore?
«Le multe si pagano. Oppure, se le si ritiene illegittime, ci si oppone in giudizio. Altre strade non ce ne sono».
Dia un voto a questo anno e mezzo di amministrazione.
«Credo che Marino abbia governato con grande buona fede. Ma irisulati per ora non sono sufficienti».
Senatore Zanda, perché Marino fa tanta fatica?
«Non ha la conoscenza robusta di Roma che avevano Rutelli e Veltroni, o Petroselli e Argan. Questo avrebbe dovuto consigliarlo a scegliere una giunta più matura. Io stimo l`assessore Improta, ma su molti altri sospendo il giudizio».
E infatti adesso sarà il Pd nazi.onale a chiedere al sindaco di azzerare la giunta e ripartire. Lui però nicchia.
«Marino non deve pensare che le indicazioni del Pd siano date per motivi diversi dal volerlo rafforzare. Ci mancherebbe altro che lui non si fidasse del suo partito». Eppure finora è stato così.
«Questa è una debolezza del Campidoglio che il sindaco deve assolutamente risolvere. Pure i consiglieri del Pd sono stati eletti come lui dai cittadini e devono poter far pesare la loro opinione».
A Roma si parla di elezioni anticipate.
«Io sono contrario, ma considero egualmente pericolosa la palude politica: il fatto che il sindaco e la sua maggioranza non vadano d`accordo è contro natura, ancora più rischioso del voto anticipato».
Stando a un sondaggio, solo un romano su 5 si fida di Marino. A cosa si deve un crollo di tali proporzioni?
«A diversi fattori: in primis il forte debito ereditato e i ritardi dell`amministrazione precedente che ha fatto incancrenire i problemi. Detto questo, io non giudico le scelte iniziali di Marino, ma forse sarebbe stato meglio partire con iniziative forti, molto visibili ed efficaci sulle periferie, piuttosto che puntare sulla pedonalizzazione – pur importantissima-di Via dei Fori Imperiali. Le periferie romane hanno bisogno di interventi anche elementari sull`illuminazione, le buche, le biblioteche comunali, la manutenzione, l`ambiente, la cultura. Per non parlare dell`enorme problema del traffico. Sembra strano, ma penso che tali interventi siano fondamentali anche ai fini dell`accoglienza e della solidarietà».
Uno degli addebiti mossi al sindaco è di essersi fatto vedere poco in periferia.
«E invece io ritengo che la presenza delle istituzioni pubbliche conti moltissimo: non solo del sindaco, ma di assessori, prefetto, forze dell`ordine».
Marino ha aspettato quattro . giorni prima di andare a Tor Sapienza.
«Quando in una città ci sono punti di crisi grave, prima ci si va meglio è».
E le multe, senatore?
«Le multe si pagano. Oppure, se le si ritiene illegittime, ci si oppone in giudizio. Altre strade non ce ne sono».
Dia un voto a questo anno e mezzo di amministrazione.
«Credo che Marino abbia governato con grande buona fede. Ma irisulati per ora non sono sufficienti».