“Voterò Renzi ma questo non è importante. I fatti politici importanti sono due. Primo, il sostegno del Pd al governo Gentiloni e alle misure che prenderà a favore dell’Italia. Secondo, il modo con cui il partito affronterà il voto amministrativo, il voto in Sicilia e, nel 2018, le elezioni politiche”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda in un’intervista rilasciata a la Repubblica. E spiega che le prossime scadenze elettorali vanno affrontate “con uno stile che non sia personalistico. Deve emergere il profilo di un partito compatto e plurale. Intorno al segretario, certamente. Ma il gruppo dirigente va valorizzato. Poi, non bisogna scimmiottare l’antipolitica, dobbiamo invece poggiare il nostro impegno su poche questioni essenziali che interessano i cittadini: Europa, giovani, sicurezza e crescita dell’economia. Su questi obiettivi, a Renzi chiedo di trovare un terreno comune anche con i sostenitori delle altre due mozioni. Se saremo uniti, vinceremo tutti e tre i turni elettorali. Divisi, perderemo”. Per Zanda, inoltre, “deve essere chiaro che Gentiloni rappresenta il governo del Pd. Il congresso e le campagne elettorali non devono distrarci rispetto all’azione dell’esecutivo. Verremo giudicati anche sulla base dei risultati di Gentiloni”. Il presidente dei senatori del Pd si dice poi “sicuro” di stare dalla parte di Renzi. “Renzi – spiega – ha avuto il merito straordinario di portare, non solo nel Pd, una ventata di novità e ha ottenuto dei successi molto importanti. Ha impedito il pieno dei voti per i 5stelle alle Europee. Ha aiutato economia e occupazione a crescere. E’ stato riformista nei fatti e non a chiacchiere. Il punto debole è stato il partito, sia a livello centrale che a livello periferico. Poco ascolto e poca voglia di dialogo con chi la pensa diversamente. Detto questo, nulla può giustificare la scissione. Ha ragione Prodi: nello strappo prevale sempre l’aspetto personale”.


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