Nel suo secondo mandato, il Capo dello Stato si è ritagliato un ruolo sempre più attivo ed è diventato bersaglio di violenti attacchi politici
Il Corriere della Sera, in un articolo di Antonio Polito del 21 dicembre, descrive Napolitano come il punto fin qui più alto e provvido del suo servizio al Paese; aggiungendo una sequela di domande sul destino riservato agli italiani se la sua politica non ci avesse risparmiato il salto all`indietro, di nuovo dentro la voragine, scongiurando un disastro di proporzioni devastanti. Non potendo smentire le obbligate misure inflitte al Paese – dopo le due laceranti divisioni sui voti a Marini e a Prodi – in realtà tutto venne reso possibile da quella straordinaria garanzia offerta dal Parlamento al presidente della Repubblica giunto ai limiti del suo mandato. La svolta fu la clamorosa manifestazione dell`emiciclo che gli tributava un pressoché unanime, memorabile consenso, nonostante le tonalità severe del discorso d`accettazione del secondo settennato. È la prima vittoria strettamente politica dell`Europa unita, dissero nelle cancellerie più autorevoli; e nondimeno si temette il riaccendersi di altri fuochi, disseminati da qualche appiccatore d`incendi in nome della «coerenza democratica». Tutto, invece, e non solo in Italia, aveva assunto la conferma dí una rigorosa condotta meno politicista, e figuriamoci politicante, della nostra storia repubblicana. Solo con una lettura responsabilmente politica di quell`imponderabile scenario, e uno snodo operativo lealmente convenuto (anche nei suoi limiti) si ritrovava il bandolo per l`avvio di un risanamento nazionale. Il resto è noto, e costoso. Intorno a Napolitano cominciava nondimeno a farsi largo l`ipotesi che alla risolutezza del suo carattere andassero aggiunti anche i moti d`orgoglio suscitati dall`irrompere via via più ostile di manovre orientate verso subitanee soluzioni alternative di segno anche elettorale. E la legge? Non bastassero altri riconoscimenti, sarà utile ricordare le parole attribuite a Obama sulla sintonia degli Usa con «l`alleato più europeo d`Europa», un`opinione che travalica giudizi, pareri, motteggi. La politica del presidente Napolitano – colta, razionale, super partes – ha reso possibile la presa di coscienza gravosa di un handicap che andava affrontato, e ora è possibile respingere, vivendo in una dimensione più solidale e civile quel severo, sacrosanto comune bisogno di farcela, cioè di riconquistare il cosiddetto «bene di viver bene». Ecco perché il pericolo più grave sarebbe rimasta, essa sì sconfitta e ammonitrice, la mancata percezione di quel pericolo.

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