Poche parole stringate. “Questa manovra finanziaria ridistribuisce tra chi è già in difficoltà e impoverisce i soliti. Benvenuto passato: siamo tornati alle fasi più liberiste del secolo scorso”. Susanna Camusso, ex segretaria della Cgil, oggi senatrice Pd, smonta pezzo dopo pezzo la manovra. Partendo dalla reintroduzione dei voucher, contro i quali il sindacato aveva anche promosso un referendum per ottenerne l`abrogazione. “Non sono altro che una forma di sfruttamento”.

Senatrice Camusso, si stima che i voucher, tra il 2015 e il 2018, siano stati utilizzati per centinaia di milioni di ore. Un uso smodato?

Li hanno utilizzati ampiamente anche aziende fuori dal perimetro dei settori per i quali erano consentiti. E già le discriminanti erano poche. Sappiamo che sono serviti e servono a coprire il lavoro nero, a evitare qualsiasi forma di stabilizzazione. La loro reintroduzione e molte altre cose di questa manovra mi ricordano quanto fatto dal governo Berlusconi. Stiamo retrocedendo.

Qualcosa di buono non c`è?

Il governo ha comunque previsto la rivalutazione delle pensioni minime. Non per fare un gioco di parole ma parliamo di un ritocco minimo a pensioni minime. E veniamo da anni di scarsa rivalutazione, con una inflazione che oggi viaggia intorno al 12-13%. Mentre non c`è nulla sulle altre pensioni basse. Penso che non ci sia nulla di innovativo nell`impianto che è stato messo a punto. In realtà si continua a fare cassa sulle pensioni. In un Paese caratterizzato da lavoro povero, con salari bassi, bisognava fare una operazione di ridistribuzione della ricchezza. Invece tutto passa attraverso un impoverimento ulteriore delle fasce più deboli. Se poi tutte le risposte le dai per piccoli pezzi, inneschi una discriminazione. È solo una guerra tra poveri.

E dell`abrogazione dal 2024 del reddito di cittadinanza cosa ne pensa?

La mia sensazione è che si voglia abituare il Paese al fatto che non ci sarà più. Questo nel contesto di una operazione di pura colpevolizzazione dei poveri. È un processo che va avanti da tempo quello di indicare i percettori come fannulloni. Basta vedere i dati dell`Inps per rendersi conto che ci sono lavoratori con salari così bassi da essere costretti a richiedere anche il Rdc. Il problema è che manca il lavoro. E invece di crearlo, di fare politiche attive, come la formazione, si dice a chi non ce l`ha: è colpa tua.

Torniamo alle pensioni. La manovra ha riconfermato, modificandola, Opzione donna.

Agganciandola al numero dei figli. Era già una norma discriminatoria prima, perché penalizza il valore della pensione, non salvaguardando il rendimento pensionistico. Adesso il governo introduce un`altra discriminazione che è figlia di una impostazione ideologica: ti riconosco in quanto madre. Non si dà atto del fatto, come è ampiamente dimostrato, che tutte le donne sono impegnate due ore in più ogni giorno rispetto agli uomini per il lavoro di cura. Che non riguarda solo i figli. Perché allora non valorizzarlo anche a fini retributivi? Sarebbe stato un riconoscimento, in assenza di un welfare che consenta alle lavoratrici più spazi di libertà. Anche l`allungamento del congedo parentale per le donne è frutto di que- sto impianto ideologico, basato sulla famiglia tradizionale, sull`idea che la donna deve stare a casa. I faticosi passi che abbiamo fatto sono
cancellati. Si ricomincia.

E a questo punto cosa devono fare le opposizioni?

Sappiamo che gran parte delle risorse è indirizzata a contenere i gravi contraccolpi del rincaro del costo dell`energia. Credo che si debba dimostrare che altre strade, improntate alla giustizia sociale, erano e sono possibili. Sapendo che non è una soluzione tornare alla social card dei poveri. Mi auguro che Sinistra italiana, Verdi, Pd, Movimento 5 Stelle trovino una sintesi. Prima di tutto con un giudizio comune sulla manovra. Poi bisogna costruire proposte. Ma non rimanendo chiusi in Parlamento. Coinvolgendo, invece, il Paese.


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