“Deve sparire l’affermazione ‘la sicurezza è un costo’, perché dietro c’è il pensiero che un costo è meglio ridurlo e che la sicurezza non va vista come un investimento”. Lo ha detto in Aula nella dichiarazione di voto la senatrice del Pd Susanna Camusso, che ha aggiunto: “Non possiamo accorgerci della sicurezza del lavoro solo quando dobbiamo piangere uno o più morti, di fronte ai lutti o alle commemorazioni, perché allora vengono in mente le lacrime di coccodrillo, mentre responsabilità della politica vuol dire tradurre la sicurezza e il benessere di chi lavora nella quotidianità”.
“Spesso – ha proseguito la parlamentare dem – la reazione su questo tema avviene ‘a posteriori’. I lavoratori e le lavoratrici sono meno forti nel denunciare le mancanze, mentre crescono appalti e subappalti. Non si conosce dove si sta andando a lavorare, chi lavora al tuo fianco, quale opera si sta realizzando. La precarietà è un indebolimento della capacità di chi lavora di reagire e rifiutarsi qualora non ci siano le condizioni di sicurezza. Siamo immersi nella transizione del digitale ma non abbiamo nessuna idea che cosa questo cambiamento tecnologico determini nelle menti dei lavoratori e delle lavoratrici. Dobbiamo ricostruire il benessere dei lavoratori. Da qui nasce la capacità di prevenzione”, ha concluso Camusso.