“Navalny non può essere lasciato solo e non possono essere lasciate sole le centinaia di prigionieri politici che si trovano, nell’assoluta indifferenza mondiale, a subire qualsiasi violazione in spregio alle più elementari norme di diritto e di umanità. Chiedo che la Presidenza del Senato si faccia carico di interloquire con il Ministero degli affari esteri e con lo stesso Ministro e che sia convocato l’ambasciatore russo in Italia per illustrargli la richiesta di un Parlamento democratico come il nostro, affinché siano garantite a Navalny e agli altri prigionieri politici le condizioni elementari di un processo equo e di una pubblicità dello stesso. Non possono esistere motivi di ordine pubblico che impediscano all’opinione pubblica interna e internazionale di capire che cosa capita fra le mura di un carcere in cui si svolge questo processo. L’invasione indebita dell’Ucraina sta procedendo di pari passo con un regolamento di conti interno che ci riporta ai tempi dei Gulag, una realtà che speravamo dimenticata”. Così Pier Ferdinando Casini nell’Aula del Senato riguardo la decisione del tribunale russo di imporre le porte chiuse per il procedimento ad Aleksej Navalny che rischia fino a 30 anni di carcere per l’accusa di estremismo. Nel corso degli interventi di fine seduta Aula hanno espresso la stessa richiesta anche il senatore Ivan Scalfarotto e presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea di Palazzo Madama, Giulio Terzi di Sant’Agata.


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