Purtroppo la discesa del Governo a Cutro è stata un`occasione persa, è mancato un gesto di attenzione e uno sguardo di compassione verso i familiari delle vittime, ciò che Mattarella ha interpretato a nome di tutti». Graziano Delrio, già ministro dei Trasporti ed esponente di punta del Pd, bolla come «pura propaganda il decreto del governo che non farà altro che ricacciare nella clandestinità migliaia di persone». E promuove i primi passi di Elly Schlein, anche se «un albero si riconosce dai suoi frutti, solo i fatti diranno se farà bene o no».
Perché il decreto del governo non la convince?
«L`inasprimento delle pene non era necessario, sono già molto alte, non c`è un vero cambio sui decreti flussi e c`è un arretramento sulla parte della protezione speciale umanitaria: quindi si ricaccia nella clandestinità moltissima gente. La propaganda della destra, secondo cui la sinistra faceva arrivare i migranti, è smentita dal moltiplicarsi degli arrivi. L`operazione Mare nostrum e i corridoi umanitari li abbiamo fatti noi e la destra non fa nessuna azione vera europea anche nei Paesi di provenienza».
Ora è scoppiata pure l`indignazione sui social per il karaoke alla festa di Salvini il giorno dei funerali delle vittime di Cutro.
«Credo che la sobrietà e il rispetto siano una cifra dovuta per un governo in carica. Mi fermo qui».
Lei che ha fatto il ministro dei trasporti, come si spiega che dopo il ritorno indietro della Guardia di Finanza non sia partita la Guardia costiera di default?
«Non so dove sia stato il difetto di comunicazione. So per certo che introdurre operazioni di polizia all`interno di operazioni di soccorso è una delle cause del pasticcio successo. Questi protocolli fra ministeri sono per fini politici più che operativi. E sono certo che la Guardia costiera mai e poi mai avrebbe omesso una richiesta di soccorso».
Come si è comportata la vostra nuova segretaria Schlein su questa vicenda?
«La segretaria ha ben rappresentato il nostro desiderio di non girarci dall`altra parte. È stata lì in silenzio come il presidente Mattarella, trasmettendo quel senso di vicinanza che ogni comunità ha bisogno di sentire. È stata brava, seria ed ho apprezzato».
Anche lei come Veltroni pensa che «Elly farà bene»?
«Tifo che faccia bene, ma uso una parabola: un albero si riconosce dai suoi frutti. Sarebbe sbagliato non darle fiducia e sentirsi fuori dalla casa prima che lei faccia qualsiasi cosa. La cultura cattolica democratica si sente parte integrante di questo partito. Solo i fatti diranno se farà bene o no. Ma mi pare che il suo ruolo le abbia già fatto comprendere l`importanza di tenere insieme tutti i riformismi del Pd».
Fuor di metafora, i cattolici sono preoccupati dal suo profilo così radicale?
«I cattolici sono molto preoccupati, ma ciò non si deve tradurre in sfiducia, bisogna dare una mano per mantenere la vocazione originaria del Pd come casa di tutti. E non ci fa paura più radicalità nel difendere i deboli, sull`ecologia integrale di cui ha parlato il Papa, sull`economia sociale di mercato o sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese».
Forse siete meno in sintonia sull`eutanasia, i matrimoni gender e le adozioni gay…
«Io penso che come hanno fatto tutti i segretari, debba rispettare le diverse sensibilità, per esempio la maternità surrogata non piace a noi come non piace alle femministe di sinistra. Quindi non deve mettere i diritti civili in contrasto con l`aiuto alla famiglia, la più grande strutture sociale di cui gode il paese: se si omettessero le politiche familiari sarebbe un errore. Insomma, i diritti individuali devono avere il loro spazio, ma non bisogna trascurare i diritti comunitari».
Bonaccini, che lei ha sostenuto, fa bene a rifiutare la carica di vicesegretario per la presidenza?
«Bonaccini ha mostrato grande generosità, sia prima che dopo, ha dato disponibilità a lavorare insieme, certo nella distinzione dei ruoli: chi vince porta avanti la sua piattaforma. E il ruolo di garanzia non è un modo per disimpegnarsi o fare opposizione, ma per dare una mano ognuno nel proprio ruolo». –


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