I tagli non sono dovuti solo alla crisi: per Pietro Ichino, giuslavorista e senatore Pd, le banche attraversano «un cambiamento epocale».
Professore, le banche erano sovradimendonate?
«Che le banche fossero sovradimensionate è l`unico punto su cui tutti concordano. Tutti sperimentiamo gli effetti dell`informatica e della telematica: penso soprattutto al bancomat e allo home banking, ma i cambiamenti epocali non sono solo questi».
La Fabi, il principale sindacato bancari, accusa: si tratta solo dell`ennesima riduzione, nessuna idea di rilancio.
«Non conosco il piano industriale di Unicredit. Ma il compito di valutarlo e di negoziarne le ricadute sui lavoratori è del sindacato. Il problema è che i sindacati italiani per lo più non sono attrezzati per farlo, con il risultato che tendono a difendere l`esistente».
 Di quanto dovranno ridursi personale e filiali?
«Quando è davvero necessario, l`aggiustamento degli organici di un istituto bancario, come di qualsiasi altra impresa, deve poter avvenire sempre. La domanda più importante è se il sistema delle relazioni industriali, e più in generale il nostro sistema di servizi al mercato del lavoro, sono in grado di gestire il passaggio dall`impresa in crisi a quella più solida e produttiva assicurando ai lavoratori la necessaria sicurezza economica e professionale. Senza questo, è difficile che la produttività possa crescere nel nostro Paese».
L`Abi ha presentato numeri sorprendenti sulla diffusione dei social network. Le filiali si stanno trasformando in ‘salotti’. Gli sportelli tradizionali diventeranno obsoleti nel giro di alcuni anni o un certo numero dovrà rimanere sul territorio?
«Questo è uno dei grandi mutamenti in atto, ma non il solo. Dobbiamo renderci conto che l`innovazione tecnologica ha sempre prodotto la riduzione dí determinate mansioni; ma il risultato dell`evoluzione, sul medio e lungo termine, non è mai stato una riduzione complessiva dell`occupazione: semmai il contrario. Questo processo va favorito, non ostacolato. Ma questo va fatto sostenendo efficacemente i lavoratori nella transizione».
Come?
«Innanzitutto con un buon trattamento complementare di disoccupazione negoziato con l`azienda che licenzia. Poi c`è tutto il nuovo discorso sul contratto di ricollocazione, cioè l`assistenza intensiva per la riqualificazione e il reperimento della nuova occupazione: il settore bancario in parte è già, e ancor più potrà diventare, un settore leader per entrambi gli aspetti».

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