Dalle Amministrative emergono difficoltà. Ma la soluzione non può essere la svolta a sinistra
Senatore Nicola Latorre (Pd), siamo alla resa dei conti tra Renzi e la sinistra?
 «Il risultato delle Comunali segnala una evidente difficoltà per il Pd, che sarebbe miope e ipocrita non cogliere. La risposta non è in alcun modo una rinuncia alla rotta intrapresa con la leadership di Renzi, ma non può essere una svolta a sinistra».
 Possibile che la battuta d`arresto sia tutta colpa di Fassina e D`Attorre?
«Con tutto il rispetto per i due, io non penso a loro, ma a come si è reagito a questi passaggi in passato. Tradizionalmente la sinistra ha mostrato la tendenza a rifugiarsi in vecchi accampamenti, sempre più vuoti. Rompere schemi e interessi consolidati ha dei costi, ma l`Italia non può rinunciare al processo riformatore».
I voti della sinistra vi servono al Senato.
«Sulla scuola c`è la disponibilità del governo ad alcune correzioni, ma l`impianto della riforma non può e non deve cambiare».
Condivide lo stop del premier sui precari?
«Di fronte al tentativo di annacquare la riforma, magari stralciando il provvedimento sui precari, è giusta la scelta di Renzi di spostare i tempi di approvazione. È grave che ci sia chi strumentalizza i precari per far saltare la riforma della scuola».
Con l`Italicum il Pd rischia?
 «Discussione incredibile. Dovremmo cambiarlo perché abbiamo scoperto che si può perdere? Le leggi elettorali non si fanno secondo convenienza. È un capitolo chiuso, non si riaprirà. Sulla riforma costituzionale invece dobbiamo sviluppare un confronto a 36o gradi, anche con le opposizioni».
 Un nuovo «Nazareno»?
«Il patto del Nazareno appartiene al passato, però bisogna aprire al dialogo con Berlusconi. Luí non può e non deve sottrarsi al confronto e noi dobbiamo ascoltare le proposte che arrivano da quella parte».
Un Pd che guarda a destra?
«No, ma che non smarrisca la rotta. Il tema non è infilarsi nei meandri delle divisioni del centrodestra, è stabilire un rapporto esplicito. Per tagliare il traguardo delle riforme non basta raccogliere numeri, serve allargare il consenso».
Avete paura che i numeri non ci siano?
 «Il problema non sono i numeri, ma non dobbiamo stancarci dí costruire il massimo consenso politico. Il che non significa consegnare le chiavi delle riforme a Berlusconi».
II Renzi segretario ha trascurato il partito?
«È necessario recuperare lo slancio iniziale anche sui temi del Pd, che non va trascurato».
Primarie o no?
«Il partito non può più essere la ‘Ditta’, ma non può rinunciare a guidare il processo di selezione della classe dirigente, consegnandone ai territori l`esclusiva».
A sinistra c`è chi contesta il doppio incarico di Renzi.
«È fondamentale mantenere l`unicità del ruolo del leader del partito con il candidato alla premiership».
Il prossimo leader sarà eletto con le primarie o no?
«Ne discuteremo. Non escludo che il segretario del partito nazionale non sia l`eletto delle primarie, ma l`eletto di tutti gli iscritti. Lo stesso vale per i segretari sul territorio».

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