“Per l’attuazione di questo regolamento
europeo tanto atteso dopo la crisi del covid e la situazione
geopolitica sarebbe stato doveroso un percorso normativo
ordinario e non certamente un decreto legge. La complessità delle
questioni in campo richiedeva un dibattito parlamentare
approfondito, coinvolgendo in modo interdisciplinare le
Commissioni Attività produttive, Ambiente, Salute, Ricerca e
Istruzione e le Regioni. Infatti rimane solo accennata la
questione della trasformazione delle materie, non si affrontano i
rischi di nuove crisi geopolitiche, né tantomeno i temi legati
alla ricerca e al riciclo. Il dl non esaurisce le questioni
strategiche di questo provvedimento. Non abbiamo avuto tutta
questa fretta su altri dossier su cui continuiamo ad essere in
infrazione, come quello sulla concorrenza. Il governo ha
l’urgenza, i primi di agosto, su un provvedimento che meriterebbe
molto più approfondimento. I presidenti di Camera e il Senato
dovrebbero farsi sentire perché la loro funzione è di tutela del
parlamento e di quello che il parlamento rappresenta rispetto
alle comunità che qui sono coinvolte”. Lo dichiara la
vicepresidente del gruppo Pd Beatrice LORENZIN in Aula a Palazzo
Madama sul dl materie prime.
“E’ incomprensibile l’esclusione della partecipazioni delle
Regioni; non siamo in materia di autonomia differenziata. Questo
è uno delle esempi tipici della schizofrenia di questo governo,
dove da un lato si va avanti in modo testardo verso un’autonomia
differenziata – che mi auspico andrà a sbattere con il referendum
– e dall’altra si tolgono le funzioni di competenze già in capo
alle Regioni. Una contraddizione non soltanto dannosa ma
inutile”.
“Come pensate che si possano raggiungere questi obiettivi, per
quanto fondamentali per la nostra economia, senza aver avuto un
coinvolgimento degli enti territoriali, dei sindaci e dei
presidenti di regione? E’ un errore strategico, di prospettiva e
di capacità di prevedere i problemi e di poterli risolvere. Per
questo si parte già col piede del conflitto, un errore da penna
rossa”.
“Altro aspetto importante – sottolinea LORENZIN – che viene
trascurato in questo decreto è legato alle maestranze. l’unica
Università che se ne occupa in Italia è il Politecnico di Torino
dove ci sono pochissimi iscritti, quasi tutti stranieri. E’
evidente che c’è la necessità di costruire le competenze e le
risorse umane per fare una nuova filiera strategica di cui noi
abbiamo bisogno”.
“Il tema del riciclo – continua LORENZIN – è appena accennato
in questo decreto legge. Con un investimento di 500 milioni
potremmo raggiungere 30% del nostro fabbisogno, potremmo estrarre
una quantità di materie prime enormi e nello stesso tempo avviare
una catena virtuosa che ci permetterebbe anche di gestire il
ciclo dei rifiuti, come una risorsa e non soltanto come un costo
ambientale”, conclude LORENZIN.