“Ora anche io, che pure ho preso in considerazione e fatti miei dubbi e rilievi di parte del Pd, mi sento di dire con chiarezza: o nei prossimi giorni emerge qualcuno nel centrodestra che vuole mediare o saremo costretti a forzare la mano. Evidenzio a tutti il contributo al dibattito saggio e ragionevole dei vescovi, sarebbe davvero un errore perdere l’occasione di costruire, su un tema sentito, un momento di unità culturale oltre che parlamentare».
Lo dice in un’intervista al quotidiano L’Avvenire il senatore del Pd Andrea Marcucci a proposito del ddl Zan.
“La mia idea che al Senato si possa trovare un’intesa su singoli punti – continua il parlamentare- è legata alla buona fede degli interlocutori e al convenire su alcune modifiche molto circostanziate e condivise. La buona fede degli interlocutori, però, dopo quanto accaduto in commissione, la metto in forte dubbio. Nei prossimi 2, 3 giorni, non di più, aspettiamo che dall’altra parte del campo qualcuno alzi il ditino e dica “ok, ragioniamo”. Se non accadrà, cosa dovrebbe mai fare il Pd? A quel punto il mio partito non potrebbe che strappare sul voto in aula sul ddl Zan così com’è”.
Su eventuali miglioramenti ‘chirurgici’ al testo, Marcucci dice: ‘Non li dico perché dopo diventerebbe un ping-pong su questo o quel punto. Qui serve uno scatto politico nel giro di ore. Dico soltanto che la cornice deve restare la legge-Mancino e che il ddl Ronzulli non persegue il fine di una norma forte di contrasto all’omo-transfobia.’