Interrogazione dem alla Presidente del Consiglio

“La vicenda di Acciaierie d’Italia, dopo mesi di gestione fallimentare da parte di Arcelor Mittal, è giunta ad un punto di non ritorno.
Nell’incontro avvenuto in data 8 gennaio 2024, tra il Governo e i vertici di Arcelor Mittal ed Invitalia, non è stata trovata una soluzione per immettere nuove risorse per il funzionamento degli stabilimenti ADI che stanno producendo a ritmi molto bassi. Nella riunione il Governo, a fronte dell’esigenza di ADI di avere a disposizione circa 420 milioni di euro per il pagamento delle forniture del gas necessarie al funzionamento degli impianti, ha prospettato un aumento di capitale di 320 milioni di euro e far salire la quota di Invitalia al 60 per cento del capitale di ADI. La risposta negativa di Arcelor Mittal ha portato il Governo a prospettare ad Arcelor Mittal la sottoscrizione di tutto il capitale sociale necessario a far salire Invitalia al 66 per cento del capitale di ADI. Anche in questo caso la risposta è stata negativa. È evidente che siamo di fronte al fallimento della strategia che il governo Meloni ha portato avanti in questo anno: il memorandum sottoscritto dal ministro Fitto si è rivelato un bluff e le tante dichiarazioni rassicuratorie del ministro Urso si sono dimostrate inutili”. Così il senatore del Pd Andrea Martella.
“Nei prossimi giorni si deciderà il futuro degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia. A questo punto non è più possibile tergiversare: il Governo è chiamato ad assumere decisioni nette invertendo definitivamente il percorso ondivago che nel corso dell’ultimo anno ha contribuito ad avvallare la gestione fallimentare di Arcelor Mittal. Per questo ho presentato una interrogazione alla Presidente del Consiglio, sottoscritta dal presidente Boccia e da tutto il gruppo del Pd, con la quale chiediamo di sapere: ‘quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo per salvaguardare la continuità operativa degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia di Taranto, nonché degli stabilimenti di Genova e di Novi Ligure, e per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e l’aiuto alle imprese dell’indotto; se intenda procedere in direzione del passaggio, entro brevi termini, del controllo azionario di ADI da Arcelor Mittal ad Invitalia tramite la conversione del prestito di 680 milioni di euro, erogato con il decreto legge n. 2 del 2023, in aumento di capitale o, in alternativa, se intenda procedere in direzione dell’amministrazione straordinaria per ADI; se intenda chiarire quali siano i costi stimati a carico del bilancio pubblico in conseguenza della situazione che si è venuta a determinare;
se, alla luce degli esiti dell’incontro dell’8 gennaio 2024, intenda chiarire quale sia stata la finalità del Memorandum sottoscritto nel mese di settembre 2023 dal Ministro Fitto con Arcelor Mittal e se non ritenga che tale accordo sia stato una delle cause che ha contribuito a rendere maggiormente confusa la gestione della vicenda ADI e ad aggravare la già difficile situazione di crisi degli stabilimenti Ex Ilva di Taranto; se sia intenzione del Governo mantenere nel nostro Paese un importante e competitivo settore produttivo come quello dell’acciaio e se intenda attivarsi al fine di garantire in prospettiva l’ingresso di nuovi e affidabili investitori industriali nella compagine azionaria ADI a cui affidare la gestione del rilancio produttivo del più grande stabilimento siderurgico europeo e il completamento degli interventi di decarbonizzazione della produzione e di messa in sicurezza ambientale del sito’”.


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