C’è una questione salariale evidente. L’occupazione sta salendo ma si tratta di un’occupazione fatta da contratti a termine, pagati poco e il potere d’acquisto delle famiglie si sta riducendo ancora di più adesso con la vicenda delle bollette.

Con la Legge di Bilancio e con la riforma fiscale abbiamo fatto uno sforzo per aumentare i salari dei lavoratori dipendenti e i pensionati, riducendo in maniera significativa la tassazione su quei redditi e questo dovrebbe aiutare ad aumentare il potere d’acquisto anche se non è sufficiente.

Non è sufficiente il recupero sull’inflazione.

Credo che adesso l’intervento sulle bollette sarà concentrato sulle fasce più deboli proprio per aiutare le persone che rischiano di essere messe maggiormente in difficoltà dagli aumenti.

I 5 miliardi che il Governo ha annunciato di voler stanziare ancora, oltre ai 3 precedenti, sul fronte della riduzione delle bollette dovranno, quindi, concentrarsi molto su alcune aziende ma soprattutto sulle fasce più deboli e sulle famiglie più esposte.

Questo sarà il terzo intervento su questa materia. Vedremo se ce ne dovranno essere altri.

Il tema è salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie.

Siamo un Paese in cui, al di là della statistica del 2019, non aumentano i salari da moltissimi anni. Siamo tra gli ultimi Paesi nella classifica per il potere d’acquisto dei salari.

La fine della pandemia ha comportato un aumento dell’inflazione e, quindi, del costo delle cose che compriamo.

Con la crisi ucraina e la crisi energetica, il rischio è che quello che abbiamo fatto diventi inutile e che non si fermi quella che è chiamata “povertà lavorativa”, cioè la riduzione del potere di acquisto dei salari.

Per questo l’intervento sulle bollette è importante e deve essere mirato alle famiglie che più hanno bisogno di non perdere il potere d’acquisto”. Così il vice presidente dei senatori del Pd Franco Mirabelli, intervenuto questa mattina a 7Gold.

 

 


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