“Ha ragione il Presidente Mattarella: I salari sono insufficienti e tante famiglie non ce la fanno. Anche i dati Istat sulle retribuzioni contrattuali reali confermano la condizione insostenibile dei lavoratori dipendenti, il cui potere d’acquisto, crollato a causa dell’impennata dei prezzi, non riesce a recuperare i livelli di quattro anni fa”. Cosi’ Antonio Misiani, responsabile Economia della segreteria Pd. “In questo quadro cosi’ difficile – prosegue – e’ assurda l’ostilita’ pregiudiziale del governo Meloni nei confronti del salario minimo, in vigore in 22 Paesi europei su 27, ma tuttora bloccato dal veto ideologico di una maggioranza che si sottrae al confronto, cosi’ come colpisce negativamente il rifiuto della destra di mettere in discussione un modello economico che genera si’ lavoro, ma in gran parte a bassa produttivita’ e bassi salari. Pesano sulla condizione dei dipendenti i mancati rinnovi contrattuali, la proliferazione di contratti pirata che legittimano salari da fame, l’arretratezza di buona parte dei servizi privati e la politica restrittiva della pubblica amministrazione. In questo quadro il taglio del cuneo fiscale, pur reso strutturale con l’ultima legge di bilancio, e’ solo un tampone del tutto insufficiente, anche perche’ il fiscal drag ha contribuito ad erodere ulteriormente le buste paga nette dei lavoratori”. “La questione salariale – conclude l’esponente dem – deve tornare al centro del confronto politico: nessuno puo’ sottrarsi alla necessita’ di affrontare con risposte concrete l’impoverimento del mondo del lavoro dipendente. Noi del PD continueremo a batterci per questo obiettivo”.


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