Mentre lievitano costi per la società che dovrebbe fare le bonifiche, l’elenco dei siti viene ridotto per legge e nelle Marche si espunge il ‘Basso Bacino del fiume Chienti’
Quali siti inquinati sono stati bonificati finora dalla Sogesid spa e quali sono in corso di bonifica? Come fare per eliminare gli sprechi delle ‘limitate risorse’ disponibili, ‘evitando la loro dispersione in pletoriche e non sempre trasparenti procedure burocratiche ed in un uso sovrabbondante di incarichi e consulenze’? E infine: il ministro Orlando intende dare corso alle decisioni del suo predecessore Clini, ‘in ordine alla chiusura dell’attività di Sogesid SpA’? E’ quanto chiede il senatore del Pd Mario Morgoni al ministro dell’Ambiente e del Territorio Andrea Orlando, al quale ha rivolto un’interrogazione dettagliata sui ‘siti inquinati di interesse nazionale’ e sulla loro reale bonifica, nonché sulla Sogesid spa. ‘Negli ultimi anni – spiega Morgoni nell’interrogazione – a fronte dell’aumento di personale, di consulenze e di fondi stanziati per la Sogesid Spa, una società pubblica con molteplici funzioni tra le quali la programmazione e l’attuazione degli interventi di bonifica per il risanamento ambientale, l’elenco dei ‘siti di interesse nazionale’, ovvero dei di quelle aree in cui l’inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee è talmente esteso e grave da costituire un serio pericolo per la salute pubblica, è stato ridotto per legge. Attraverso la revisione dei criteri di definizione dei siti, sono stati cancellati dall’elenco dei SIN molti siti tra cui in Abruzzo ‘Fiumi Saline Alento’, in Emilia-Romagna ‘Sassuolo-Scandiano’, nel Lazio il ‘Bacino del fiume Sacco’ e ‘Frosinone’, in Liguria ‘Pitelli (La Spezia)”, in Lombardia ‘Milano-Bovisa’ e ‘Cerro al Lambro’, nelle Marche il ‘Basso Bacino del fiume Chienti’, in Molise il ‘Guglionesi II’, nella provincia autonoma di Bolzano ‘Bolzano’, in Piemonte le ‘Basse di Stura’, in Sardegna ‘La Maddalena’, in Toscana ‘le Strillaie’, in Veneto ‘Madrimago-Ceregnano’, in Campania il ‘litorale Domizio-Flegreo’ e l”Agro aversano’; Pianura; il bacino idrografico del fiume Sarno e aree del litorale Vesuviano. Il decreto ministeriale che riporta nelle competenze regionali i citati 18 siti di interesse nazionale rischia di dare avvio ad un processo di rinuncia delle opere di risanamento, facendo sembrare meno prioritaria la bonifica. Nel caso, ad esempio, della regione Marche per il sito del ‘Basso Bacino del fiume Chienti’ non vi sono infatti sufficienti risorse a livello comunale, provinciale, regionale per completare il progetto di bonifica e si rischia così di generare una situazione di conflittualità tra enti di cui vi sono già le prime avvisaglie da parte della stessa Regione, che manifesta intenzioni di disimpegno rinviando ai Comuni l’azione di risanamento. E’ per questo che chiediamo chiarimenti al ministro dell’Ambiente’.