Ha ragione Giavazzi a chiedere più chiarezza sul futuro dell’istituto
Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, presidente e amministratore delegato di Cdp, vengono sostituiti un anno prima della scadenza. «L’anticipo della notizia a mezzo stampa non è stato elegante. il premier ha poi apprezzato i loro risultati. Che dire? Ha ragione Francesco Giavazzi a chiedere chiarezza sul futuro di Cdp». Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato, esprime forte preoccupazione per i rapporti governo-Cdp.
Cosa pensa della scelta sul presidente designato?
«Si tratta di capire se va in Cdp il Claudio Costamagna che elabora il piano Rovati sulla rete Telecom per conto del governo Prodi o quello che aiuta Pietro Salini a scalare Impregilo, e diventa presidente del nuovo gruppo che progetta di spostare la sede all’estero».
Renzi ha detto al «Corriere della Sera» che Cdp è sirategica per il futuro del Paese.
«La Cdp ha 4o2 miliardi di attività consolidate, Unicredit goo, Intesa Sanpaolo 682 e Generali. 4,g miliardi. Non è dunque l’istituzione finanziaria più importante del Paese. È molto rilevante ma è stata indebolita. La Cdp non ha più margine di interesse, perché il governo da una parte ha tagliato la remunerazione dei titoli di Stato nei quali è investita buona parte della liquidità della Cdp e dall’altra ha aumentato le commissioni che Cdp paga alle Po-ste per la raccolta di questa liquidità. Un’operazione tra parti correlate che le Fondazioni hanno subìto».
Ieri però governo e fondazioni hanno concordato su Costamagna presidente e sul dividendo 2015.
«Le fondazioni guadagnano tempo. Forse per poter uscire bene da Cdp. Oggi la loro quota vale 4 miliardi, in una società che guadagna molto meno: il margine d’interesse evapora e i dividendi delle partecipate non saranno più quelli, insensati, di tre anni fa».
Una Cdp impoverita come fa a essere più forte e attiva?
 «Qui si attende il miracolo da Costamagna, ex Goldman Sachs. Ma se più attivo significa più partecipazioni…»
…Come in Telecom?
«Sono fantasie, dice AndreaGuerra. E tuttavia investire in Telecom, in Ilva o altrove non sarebbe un’eresia data la povertà di capitale del settore priva- to. Main ogni caso, aumentano i rischi. Il problema più serio mi pare il capitale. E vero, la Cdp non è una banca: se lo fosse, non potrebbe detenere 30 miliardi di partecipazioni con 21 dimezzi propri, bensì molto meno. Ma se si vuole fare addirittura di più, ci vuole un vertice credibile…».
..il nuovo non lo è?
«Al contrario, ancorché non guasterebbero anche competenze industriali. Ma una Cdp più attiva ha bisogno di altri capital

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