“Io dico da marzo che il congresso andava fatto dopo le europee, per prenderci il tempo di lavorare tutti insieme sul rilancio del Pd, oppure andava fatto subito, già a settembre, per fare chiarezza”, dice al Foglio il senatore Tommaso Nannicini, che non apprezza per nulla la proposta di chi, come Carlo Calenda (intervista a Repubblica di ieri), chiede di rinviare il congresso. “Si è scelto una via di mezzo, ma ormai è inutile piangere sul latte versato. E trovo un po` strano che sollevi il problema chi non ha il candidato che voleva”. Adesso, dice Nannicini, che al congresso sostiene Maurizio Martina, “il rinvio non ha senso. Non è il momento di direttori o caminetti, dobbiamo scommettere sulla voglia di partecipazione dei nostri iscritti ed elettori. Vedo invece serpeggiare la paura di far scegliere la nostra base. Ad alcuni le primarie piacciono solo se c`è un vincitore già sicuro a tavolino, così sanno con chi schierarsi”. Certo, spiega Nannicini, “il Pd non basta, dobbiamo andare oltre. Ma pensare di farlo facendo tabula rasa delle tante energie che fanno politica nel Pd è una follia. Noi abbiamo fatto una proposta chiara: il segretario del Pd legittimato dalle primarie formi subito un governo ombra aperto alla società civile e alle forze politiche che ci stanno, per costruire e rendere plastica l`alternativa a questo governo di irresponsabili”. C`è chi teme un Pd alleato con i Cinque stelle. E` realistico? “Noi abbiamo detto con chiarezza: mai con i 5 Stelle. Se cade il governo in questa legislatura non ce ne sarà un altro con l`appoggio del Pd. E non sono pensabili alleanze con i grillini: perché hanno una visione della democrazia che uccide partiti, sindacati e associazioni piuttosto che rinnovarli; perché propugnano un giustizialismo che calpesta i diritti degli innocenti; perché fanno una politica economica che usa il futuro come una discarica dove nascondere le scorie radioattive della loro demagogia; perché mettono a rischio la costruzione europea; perché inseguono Salvini sull`immigrazione invece di proporre un modello di integrazione. Altro che `disgelo` con i 5 Stelle come propone il coordinatore della piattaforma programmatica di Zingaretti. Sono alternativi a noi. Il congresso dovrà sciogliere anche questo nodo”.Insomma, “smettiamola di parlare di nomi e parliamo di idee. Come si dà risposta alla domanda di protezione delle persone quando il ruolo dello Stato nell`economia non è più il 20 per cento come ai tempi del New Deal di Roosevelt ma il 45 per cento come oggi? Difficile farlo senza ripensare ilruolo dello Stato e del diritto amministrativo, in Italia più che altrove”. E ancora, si chiede Nannicini: “Come si difende il modello sociale europeo in un`economia sempre più immateriale dove anche la base imponibile è immateriale perché le multinazionali fanno quello che vogliono? Come si fa toccare con mano alle persone il diritto a un`istruzione di qualità dalla culla alla tomba? Come si risponde alle transizioni ecologica, tecnologica e demografica allargando le opportunità anziché restringerle? O parliamo di questo o il nostro fare politica non ha senso”. Calenda dice le stesse cose che “proponiamo noi, dal governo ombra al no ai 5 Stelle, passando per la voglia di andare oltre una visione rigida e scolastica del riformismo. Se guardo alle idee, mi risulta difficile comprendere perché non sostenga il progetto politico che stiamo costruendo. Per me lui è un punto di riferimento. Adesso però la mia ossessione non è convincere qualche big del partito, ma iscritti ed elettori. Non abbiamo bisogno del club degli ex ministri, ma di un`ondata di aria fresca, come quella che sta attraversando i democratici negli Stati Uniti. Il problema è che queste ondate non le inventi, devi prepararle e accudirle, per esempio cambiando il partito come proponiamo noi, puntando sui territori, sul referendum degli iscritti, su associazioni autonome, su una piattaforma che metta a rete sociale e digitale. Se ci crediamo, ce la possiamo fare”.


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