In un intervento di fine aula, il Sen. Nicita, Vice Presidente del Gruppo PD, ha ricordato la figura di Danilo Dolci, nel centenario della sua nascita. “Come scrisse Calamandrei, nella sua difesa al processo contro Dolci per aver organizzato ‘lo sciopero al contrario’ – ha ricordato Nicita – “di questo uomo di cultura, che per manifestare la sua solidarietà ai poveri non si è accontentato della parola parlata o scritta, dei comizi, degli ordini del giorno e dei messaggi; ma ha voluto vivere la loro vita, soffrire la loro fame, dividere il loro giaciglio, scende nella loro forzata abiezione per aiutarli a ritrovare e a reclamare la loro dignità e la loro redenzione”.
Tra le tante lezioni attuali di Danilo Dolci – ha continuato Nicita – c’è quella sul valore dell’acqua come bene comune, con una serie di proteste e azioni che culminarono nella realizzazione delle dighe dello Jato e di Roccamena in Sicilia, “ l’acqua – scriveva Dolci – può divenire non soltanto occasione per elevare la produttività e il reddito, ma anche leva di cambiamento strutturale, per un cambiamento della struttura del potere”. Nella sua conclusione Nicita ha ricordato che “le parole di Danilo Dolci e la sua vita sono un oggi più di un ricco testamento al Parlamento: sono una lezione altissima e attualissima, un’invocazione a destarci tutti dall’inerzia con cui non sappiamo affrontare le emergenze, come quella del contrasto alla siccità, che ci affliggono e che ancora oggi minano i diritti sanciti nella nostra Costituzione”.