‘Nella legge di Stabilita’ 2015 ho presentato un emendamento per portare l’aliquota fiscale per l’origano a rametti o sgranato al 4%, equiparandola, cosi’, alla percentuale gia’ in vigore per rosmarino, salvia e basilico. Tuttavia alcune agenzie di stampa hanno riportato erroneamente che la proposta mirava a prevedere un’aliquota del 6%. Notizia ripresa successivamente da alcuni quotidiani nazionali e locali che ci hanno addirittura ‘accusato’ di aver proposto un’aliquota inesistente’. Cosi’ la senatrice del Pd, Venera Padua, interviene per fare chiarezza su un suo emendamento alla Legge di Stabilita’ 2015 presentato insieme alla collega di partito Leana Pignedoli, della Commissione Agricoltura e riguardante l’aliquota fiscale sull’origano. ‘In realta’ – aggiunge Padua – la questione e’ tutt’altro che marginale nel settore dell’agricoltura, solo per fare un esempio, in Sicilia ci sono, ad oggi, circa 200 ettari di superficie coltivati ad origano che interessano 50 produttori, oltre a diversi piccoli appezzamenti (inferiori ad un ettaro). In media, ogni ettaro di origano produce circa 10 quintali di prodotto secco che viene venduto a circa 8 euro/kg per una produzione vendibile di circa 1,6 milioni di euro, solo in Sicilia, dove incide al 22% un volume di Iva pari a 352.000 euro. Con un’aliquota al 4% si otterrebbe un risparmio di ben 288.000 euro. E’ quindi evidente quanto sia importate per la produzione dell’origano siciliano abbassare l’aliquota. La proposta, di cui mi faro’ ancora portavoce con la senatrice Pignedoli anche in altri provvedimenti utili al riguardo, puntava solo ad inserire in questa lista di prodotti anche l’origano. Tutto qui, non abbiamo mai ipotizzato aliquote ‘fuorilegge’!’, conclude la senatrice Padua.

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