Dai deputati e senatori Pd toscani un’interrogazione congiunta sul futuro della Selex e della produzione in Toscana
 Un’interrogazione urgente al Governo sul futuro della Selex Es e, in particolare, sulle prospettive degli stabilimenti fiorentini, è stata presentata da 12 deputati e 11 senatori Pd, primi firmatari Dario Nardella e Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato. ‘Davanti ai lavoratori riuniti in Assemblea l’8 aprile a Campi Bisenzio, ci eravamo impegnati a proseguire la pressione perché il Governo non rimanga inerte di fronte alle scelte che Finmeccanica sta compiendo e che faccia un’attenta valutazione degli interessi strategici nazionali, nell’ambito del piano di rilancio di una delle principali società italiane a partecipazione pubblica” ha dichiarato Dario Nardella primo firmatario dell’interrogazione, che vede le firme anche dei colleghi deputati Simona Bonafè, Francesco Bonifazi, Maria Elena Boschi, Susanna Cenni, Luigi Dallai, David Ermini, Edoardo Fanutti, Filippo Fossati, Luca Lotti, Andrea Manciulli ed Elisa Simoni. ‘Questo Paese – sostiene Valeria Fedeli – ha bisogno di scelte urgenti di politica industriale in grado di orientare produzioni. Produzioni in grado di affermarsi, affrontando la sempre più complessa competizione internazionale. Finmeccanica, da questo punto di vista, ha urgentemente bisogno che l’azionista di riferimento sappia indicare l’orizzonte nel quale operare scelte strategiche. Ridimensionare, fino a renderne incerto il futuro, aziende come Selex significa mettere il nostro Paese ai margini nella produzione di tecnologie a forte componente innovativa e non garantire la salvaguardia del capitale di qualità, occupazione e ricerca che si è consolidato nel tempo nelle aziende Selex toscane’. Al Senato, l’interrogazione è stata sottoscritta dai Senatori toscani del Partito Democratico. Nell’interrogazione, i parlamentari chiedono “quale sia la politica industriale del Governo che, attraverso il Tesoro, è l’azionista di riferimento di Finmeccanica, se e come il Governo intenda operare al fine di garantire che le scelte di Finmeccanica vadano nella direzione dello sviluppo e del rilancio produttivo di settori e stabilimenti che rappresentano un’importantissima risorsa strategica per il Paese, salvaguardando al contempo i livelli occupazionali’. L’iniziativa si è resa necessaria dopo la presentazione da parte di Finmeccanica del piano di rilancio e di riorganizzazione aziendale, che prevede 2.529 esuberi complessivi e la chiusura di circa 25 siti tra Italia e Gran Bretagna: in particolare, 1.938 gli esuberi previsti in Italia. Numeri che vanno ad aggiungersi alla riduzione degli organici per 650 unità fatta nel 2012 dalle 3 ex Selex; poi accorpate; entro il 2014 il Piano prevede la riduzione, in Italia, da 48 a 26 sedi.

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