“La lingua della maggioranza degli italiani non può essere governata per legge, ma una legge sciocca può far danni alle minoranze linguistiche: chiedo al Governo e alla maggioranza di destra che non si creino situazioni di conflitto con le leggi di tutela vigenti, peraltro non ancora tutte applicate”. Lo afferma la capogruppo Pd nella commissione Politiche europee al Senato Tatjana Rojc, esponente della minoranza slovena in Italia, a proposito del progetto di legge presentato alla Camera da Fabio Rampelli (FdI), sull’utilizzo obbligatorio della lingua italiana in “tutti i rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino”, ma anche all’interno di aziende ed enti privati, prevedendo multe in caso di violazione. “Oltre alla patina di ridicolo – continua la senatrice dem – la proposta Rampelli resuscita fosche memorie di tempi bui, quando per legge ci hanno tagliato la nostra lingua in bocca. Noi sloveni eravamo gli ‘alloglotti’, non potevamo nemmeno pregare nella nostra lingua madre, e sinceramente vogliamo credere che la democrazia e l’Europa abbiano creato una nuova convivenza anche tra lingue. Quanto all’ingresso massivo di termini soprattutto anglosassoni nell’uso quotidiano anche della PA non serve mettere in legge i ‘guardiani della purezza della lingua’ ma – aggiunge Rojc – più istruzione e formazione, più cultura vera e meno propaganda identitaria”.


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