Dopo la decisione di oggi del Consiglio d’Europa, bisogna modificare la sanzione pecuniaria inflitta alla donna che ricorra ad interruzione volontaria di gravidanza in violazione della legge 194/78 e garantire la piena applicazione della normativa, tutelando il diritto all’IVG dall’obiezione di coscienza di medici e paramedici. E’ quanto chiede un’interrogazione urgente ai ministri della Giustizia e della Salute, presentata dalla senatrice del Pd Laura Puppato e sottoscritta dalle colleghe dem Valeria Fedeli, Francesca Puglisi, Monica Cirinnà, Maria Spilabotte, Daniela Valentini, Silvana Amati, Pamela Orrù, Stefania Pezzopane, Josefa Idem, Donatella Albano, Lucrezia Ricchiuti, da Loredana De Petris e Fabrizio Bocchino di Sinistra italiana, da Laura Bignami del Misto e Antonio Scavone di Ala.
“La decisione del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa pubblicata oggi – spiega Laura Puppato – conferma le nostre preoccupazioni e dà ragione al ricorso fatto sulla base dei dati contenuti nella relazione del ministero della salute al Parlamento sullo stato d’attuazione della legge sull’aborto, che vedono nel 2012 quasi il 70% dei ginecologi obiettori. Questi dati allarmanti sono confermati dalle relazioni successive, tanto che nel 2015 si rileva come si possa accedere all’IVG solo nel 60% delle strutture abilitate, con percentuali più basse in alcune regioni. Ad eccezione della Valle d’Aosta, tutte le regioni italiane registrano percentuali di ginecologi obiettori superiori al 50%, 4 regioni (Veneto, Lazio, Abruzzo e Calabria) hanno percentuali superiori al 70% e 5 regioni (Provincia Autonoma di Bolzano, Campania, Molise, Basilicata e Sicilia) superano l’80%. Secondo la Libera Associazione italiana dei Ginecologi per l’applicazione della legge 194 (LAIGA), inoltre, i dati ministeriali sarebbero sottostimati e non terrebbero conto del pensionamento del personale. Tutto questo ha una serie di conseguenze compreso l’incremento, soprattutto tra le donne straniere, del ricorso all’aborto clandestino anche all’estero, che proprio la 194 aveva contribuito a ridurre la minimo, con l’influenza crescente della criminalità organizzata. In più, il decreto legislativo 8/2016 sulla depenalizzazione è intervenuto anche sulla legge 194/78 e chi si sottopone ad un aborto clandestino rischia ora una multa fino a 10 mila euro. Nel complesso – conclude Puppato – chiediamo un intervento al governo perché l’impossibilità per le donne di accedere alle prestazioni di IVG ha assunto negli anni contorni tali da rendere l’Italia passibile di condanna da parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo”.