Maria Spilabotte ha partecipato all’evento “La memoria delle donne: storie di rivolta contro la cultura della guerra” a Villa Latina. La manifestazione, che si è svolta Sabato 28 Maggio, è stata promossa dall’associazione Risorse Donna Onlus in collaborazione con il Comune di Villa Latina ed il Consorzio Valcomino. Spiega la Senatrice Spilabotte: “Un convegno che è stata un’occasione per comprendere gli snodi centrali delle nostra storia recente e contemporanea, e il determinante ruolo delle donne per il cambiamento della storia dell’umanità, per evidenziare le tante storie di donne che si sono opposte alla cultura della guerra e che hanno combattuto in nome della libertà. Un ruolo centrale è stato dato all’atroce evento storico passato sotto il nome di “Marocchinate”, lo stupro di massa portato avanti dagli alleati dell’esercito francese in provincia di Frosinone. I soldati algerini e marocchini dell’esercito francese, passati alla storia come nostri liberatori, invece furono violenti saccheggiatori. Gli “alleati” avevano bisogno di soldati per scacciare i tedeschi dall’Italia, e pensarono bene di assoldare le truppe marocchine, con una promessa: il diritto di preda. Il nostro territorio passò dalla padella alla brace, perchè dopo l’abbattimento della linea Gustav si scatentò l’inferno: le testimonianze sono atroci, capaci di far accapponare la pelle ancora oggi, dopo 70 anni, con testimonianze di donne violentate anche da centinaia di magrebini ed uccisioni di civili mediante l’impalamento o la crocifissione. Violenze su donne, anziani e bambini. Una pagina nera e buia della nostra storia, portata il mese scorso alla ribalta da un calciatore viziato, il portiere del Genoa e purtroppo anche della nazionale Mattia Perin, che con una superficialità non giustificabile ha ironizzato su questo dramma storico non conoscendolo. Le scuse tardive del portiere parzialmente ci ripagano dell’offesa subita, avremmo voluto vedere anche una sanzione ufficiale da parte degli organi preposti. Per noi la vicenda delle marocchinate è una ferita aperta e sanguinerà sempre. Per questo ho sottoscritto la mozione della collega Fedeli, per far si che lo stupro di massa sia considerato crimine di guerra e dare maggiore spazio alle donne nelle operazioni di mantenimento della pace nei paesi a rischio, per far si che cessi ovunque questo aberrante fenomeno della violenza sulle donne utilizzato purtroppo ancora oggi in taluni posti come forma di controllo e sopraffazione, in zone di conflitto in tutto il mondo”.