“La Premier Meloni ha scelto di difendere l’indifendibile ministro Valditara e ha anche perso un’occasione, alla vigilia del 25 novembre, data simbolica che negli ultimi anni ci ha visto provare, pur da posizioni molto distanti, a costruire convergenze sugli strumenti di contrasto alla violenza maschile. L’equazione violenza donne uguale migranti non è supportata da dati e serve solo a soffiare sulle paure per sostenere le aberranti politiche del governo contro i migranti. Le evidenze, semmai, parlano del contrario, come sta confermando la rete dei Centri antiviolenza. Come Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio abbiamo appurato che in più del 70% dei casi l’autore delle violenze contro le donne e del femminicidio è il marito, il fidanzato, il compagno o l’ex e nell’84% dei casi il reo ha la stessa nazionalità della vittima. In altre parole: gli uomini italiani violentano, maltrattano e uccidono donne italiane e gli stranieri le loro connazionali. E la violenza maschile contro le donne è trasversale rispetto alla classe sociale, al censo, all’etnia e al titolo di studio. Questo perché la violenza maschile contro le donne non è un problema di sicurezza, ma un problema culturale”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente. “La radice – prosegue Valente – è il patriarcato, per cui gli uomini considerato le donne e i loro corpi loro proprietà, oggetti di cui disporre. Mettere in discussione questa dinamica significa non riuscire a contrastare in modo efficace un fenomeno che è un crimine contro l’umanità. Meloni quindi sbaglia e considerazioni come queste – conclude Valente rischiano di farci arretrare nella battaglia per rendere le donne libere dalla violenza”.
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