“Quanto è accaduto a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, è comunque una tragedia, un imprenditore ha deciso di difendersi perché esasperato da una serie di tentativi di furto, tanto da vedersi costretto a dormire in azienda. Invece di esprimere solo solidarietà, il ministro Salvini dovrebbe chiedere scusa a nome dello Stato a questa persona e alla sua famiglia, perché i cittadini vanno protetti e non lasciati soli, invece si fa portavoce di uno Stato che abdica al suo compito. In ogni caso la legge sulla legittima difesa interviene solo a danno già stato fatto, sia per la vittima che per chi ha sparato. E a differenza di quanto dice il leader della Lega, anche se fosse già stata approvata, la legge Salvini non avrebbe evitato né le indagini, né l’apertura del fascicolo, né la valutazione dei fatti da parte di un giudice”. Lo dice la senatrice Valeria Valente, vicepresidente del gruppo del Pd e segretaria della Commissione Giustizia.
“Per noi – prosegue Valente – è compito delle istituzioni creare le condizioni perché fatti del genere non accadano. Si poteva prevenire, e c’è molto da fare: più soldi e uomini alle forze dell’ordine, investimenti e incentivi sui sistemi di sicurezza, più controllo del territorio. Di certo con la legge sulla legittima difesa lo Stato non si impegna a stare più vicino al cittadino, ma gli dice in modo drammatico ‘cavatela da solo'”.