‘Un parlamentare che non vota la fiducia al suo governo non può restare nel partito’
«Il risultato elettorale è positivo e importante e ci dà alcuni segnali su cui riflettere, ma ancora più importante è capire se il sistema politico italiano è in grado di tenere fino al 2018 approvando le riforme necessarie per battere la crisi. II primo banco di prova saranno i prossimi due mesi: saranno molto impegnativi e dovremmo gestirli con responsabilità» Il capogruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda ripassa l`agenda di Palazzo Madama Si parte con il Ddl scuola, su cui stasera stessa si terrà una riunione del gruppo.Proprio la ‘Buona scuola’, dopo le proteste degli insegnanti e dei sindacati,è la prima grande occasione di scontro per la minoranza del Pd, che al Senato conta su circa 25 voti. E presto ci sarà anche la terza lettura sulla riforma del Senato e del Titolo V, nel mirino della sinistra dem e in particolare di Pier Luigi Bersani da mesi. «Il Senato dovrà poi esaminare e approvare – ricorda Zanda – il disegno di legge delega sul codice degli appalti, la riforma della Rai a cui si mette mano per la prima volta dai tempi della Gasparri, la prescrizione, l`omicidio stradale che chiede con forza l`opinione pubblica, le unioni civili tra persone dello stesso sesso. E anche il lavoro delle commissioni sarà densissimo, a partire dalla Affari costituzionali che dovrà esaminare il Ddl per l`attuazione dell`articolo 49 della Costituzione che riguarda i partiti. Queste riforme servono al Paese per far ripartire l`economia e per venire incontro a istanze politiche e civili della società e dell`opinione pubblica».
Un`agenda di riforme densissima, dunque. Che cosa accadrà in Senato, presidente Zanda? I senatori della minoranza dem sono sulla carta in grado di bloccare qualsiasi riforma…
 «Il gruppo democratico del Senato sia con il governo Letta sia con il governo Renzi ha lavorato bene e con grande impegno portando avanti quel percorso di riforme necessario all`Italia. Non penso che nel nostro gruppo ci sia qualcuno che non riconosca l`enorme responsabilità che grava sulle nostre spalle. Il Senato è il punto debole del sistema, visti gli equilibri tra maggiorana e opposizione, e i senatori del Pd sono il cardine che garantisce la continuità del governo e conseguentemente della legislatura, continuità che va assicurata senza alcuna riserva anche nei confronti dell`Europa. Il governo ha dato la sua disponibilità a modifiche sia sulla scuola sia sulla riforma del Senato. Sta alla responsabilità di tutti proporre modifiche realmente migliorative che non snaturino i testi.
Prima delle elezioni si diceva che nuovi apporti al govemo sarebbero potuti venire dal gruppo di Forza Italia. Si parla di una decina di verdiniani da una parte e di 3fittianidall`altraprontia fare ilgruppo autonomo. Lei che impressione ha del clima tra i suoi colleghi azzurri?
Ci sono molti rumors, molti movimenti ed è possibile che qualcosa cambi negli altri gruppi anche se io considero sempre negativamente i cambi di casacca durante la legislatura perché il Parlamento funziona meglio con gruppi coesi ed omogenei. La frantumazione e la molteplicità dei gruppi indebolisce l`attività parlamentare.
 Quindi anche lei auspica un apporto di tutta Forza Italia alla riforma costituzionale?
Lo auspico, e non da ora.
In ogni caso esiste un problema di disciplina dei gruppi Pd. Pensate a cambiare le regole, a sanzioni?
Non si tratta di disciplina ma della questione di come si assumono le decisioni. È il tema cruciale della democrazia. Per parafrasare Churchill la regola della maggioranza forse non è la migliore in assoluto ma è la migliore che abbiamo finora trovato. Non è questione di sanzioni, il Pd deve discutere di come si arriva alle decisioni, attraverso quali passaggi, e in che modo dobbiamo sentirci legati ad esse. Il regolamento del gruppo dei senatori del Pd già prevede la regola della maggioranza e lascia libertà di coscienza solo sui temi etici. È evidente che la scuola non rientra tra i casi di coscienza. Le regole sulle condizioni per stare nel partito le decide la direzione. Il mio pensiero è che un parlamentare che non vota la fiducia al suo governo è incompatibile con l`appartenenza al partito.
Una riflessione su questo voto regionale, senatore Zanda.
Cominciamo col dire che la vittoria del centrosinistra è netta.Ora governa in 16 regioni su 20. Certo, sono molte le questioni sulle quali, anche come Pd, dovremmo riflettere e discutere: la questione della tenuta del partito sui territori e la selezionedelle candidature e della classi dirigenti locali. Sicuramente il fenomeno più vistoso e pericoloso è l`aumento dell`astensionismo. È possibile che sia il risultato di più fattori: una forte disaffezione nei confronti dell`istituto regionale; l`idiosincrasia per le rotture interne ai partiti (Pastorino in Liguria e Fitto in Puglia); il peso delle inchieste giudiziarie e,magari non in Campania ma certamente in Liguria e Veneto, la polemica sugli ‘impresentabili’ e la tempistica con cui l`Antimafia ha deciso di pubblicare la famosa lista.
 La  Bindi ha agito male,dunque?
 Io non entro nel merito del lavoro svolto dall`Antimafia. Dico solo che la ricerca sui candidati andava fatta prima, e aver reso noti i nomi poche ore prima del voto è una scelta che non ho condiviso.

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