Caro direttore,
ieri il «Corriere della Sera», con argomenti che avevo già letto su «Il Giornale» e su «Libero», mi ha dedicato parte della prima pagina. Soltanto tre osservazioni per i lettori del «Corriere».
1) Non ho mai collegato l`ineleggibilità di Berlusconi con i suoi «pubblici vizi». Ho sostenuto che l`ineleggibilità è regolata da una legge che andrebbe osservata. Sui «pubblici vizi» di Berlusconi non ho espresso giudizi in termini di moralità, ma ho invece segnalato, anche in Parlamento, il pericolo della sua conseguente ricattabilità come capo del governo.
2) Sul disegno di legge di attuazione dell`art. 49 della Costituzione (dopo quasi settant`anni!) non ho mai cambiato opinione. Basta leggere integralmente le mie dichiarazioni e non fermarsi solo ai titoli. Penso però che le norme sulla democrazia interna dei partiti e sulla trasparenza dei loro bilanci riguardino le «regole del gioco» e quindi debbano essere approvate a larghissima maggioranza. Di certo vanno discusse senza il peso dell`infondato sospetto che si voglia eliminare il Movimento Cinque Stelle (la proposta di legge precede di anni l`ingresso dei suoi rappresentanti in Parlamento).
 3) Quanto alla lettera al presidente dell`Ama basta leggerla nel suo significato letterale. E chiaramente una richiesta del tutto legittima di informazioni, rimasta tale, che non ha nulla a che vedere con la parentopoli di Alemanno & co. della quale hanno dato conto, con dovizia di particolari, tutti i quotidiani italiani.

Luigi Zanda


A furia di voler avere sempre ragione, il Pd non vince mai A.G.

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