Estratto dall’intervista ad Avvenire
‘Sono contrario ad approvare leggi elettorali con il 51 per cento. A mio parere le leggi elettorali, così come le grandi riforme costituzionali, devono essere approvate con una maggioranza più larga possibile. Fatta salva l’ipotesi che qualche gruppo faccia ostruzionismo e si autoescluda strumentalmente’. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd al Senato, Luigi Zanda, in un’intervista rilasciata ad Avvenire e ammonisce a ‘non fare gli errori compiuti nel 2005’ quando il centrodestra approvò il porcellum ‘a colpi di maggioranza, con il solo intento di creare difficoltà al futuro governo Prodi. Obbiettivo che poi fu peraltro centrato’. Sull’eventuale spostamento dell’esame della legge elettorale alla Camera, il capogruppo del Pd al Senato precisa: ‘Nessuno scippo, non è importante dove si incardina la legge elettorale. È importante che si faccia una buona legge’. Zanda ribadisce inoltre l’urgenza che il Parlamento legiferi sulla riforma elettorale: ‘Dobbiamo farcela contando i giorni e le settimane, non i mesi o gli anni. Ricordo che durante il governo Monti le forze politiche si erano avvicinate moltissimo all’obiettivo di un’intesa su una riforma elettorale che avrebbe garantito la governabilità. Non vedo perché non dovrebbe succedere di nuovo. Le fibrillazioni politiche, le scissioni al centro e nel centrodestra, i cambi di leadership hanno sicuramente reso più difficile, negli ultimi mesi, il cammino della legge elettorale. Ma è una cosa fisiologica. Un tempo – ricorda ad ‘Avvenire’ -, quando c’erano i congressi dei grandi partiti, si sospendevano addirittura i lavori parlamentari.’ ‘Il Pd – afferma Zanda – vuole ripartire dal doppio turno. Non per un nostro interesse di parte, ma perché è l’unico sistema che assicura rappresentatività, con il primo turno, e governabilità con il secondo. E ripeto: a mio parere le leggi elettorali, così come le grandi riforme costituzionali, devono essere approvate con una maggioranza più larga possibile’.