‘Tra parlamentari parliamo di questa vicenda, ma non c’è alcuna trattativa. Il ricorso alla Consulta? Non ne vedo i presupposti’
«Basta con le minacce, non è questa la dialettica parlamentare. E il Pdl smetta pressioni sulla giunta del Senato». LuigiZanda, il capogruppo dei senatori democratici, avverte Berlusconi di non scambiare il Parlamento per un ring.

Presidente Zanda, la minaccia di Berlusconi è ormai sul tavolo: se lo fate decadere da senatore, cade il governo. Addirittura evoca la guerra civile. Vi assumete il rischio?
 «Non si fa mai cadere un governo, che sta attuando il programma concordato, dopo appena 4 mesi di vita. Sono pronto a scommettere che Enrico Letta governerà fino a tutto il 2014, compreso quindi il semestre di presidenza italiana della Ue».

Il Cavaliere accusa il Pd: volete toglierlo di mezzo per via giudiziaria?
«Qui c’è la questione basilare. Non bastano libere elezioni per fare una democrazia, serve anche un riconoscimento dello Stato di diritto e della separazione dei poteri. In uno Stato di diritto i partiti politici, le maggioranze parlamentari possono cambiare le leggi se ne hanno la forza, ma non possono violarle né disap-plicare le sentenze».


Le legge Severino quindi, quella che consente l’immediata decadenza del senatore Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale, ha bisogno di approfondimenti?

«Ho letto con attenzione le memorie e personalmente non vi ho ravvisato elementi sufficienti per il ricorso alla Consulta. Questo lo dico a prescindere dalla valutazione se sia nella facoltà del Senato sollevare questioni di costituzionalità in sede di giudizio di giunta».

Tuttavia, dal primo di agosto, giorno della sentenza della Cassazione, il Pdl non dà tregua a voi Democratici. Avete pensato di non votare la decadenza del
Cavaliere, o di fornirgli un salvacondotto?

 «Le richieste del Pdl al Pd sono male indirizzate. Innanzitutto nel lavoro della giunta del Senato conta la volontà dei singoli componenti, non ci sono direttive e quel che rassicura è che sinora la giunta ha dimostrato una grande sensibilità e molta prudenza nell’esaminare laquestione che riguardali senatore Berlusconi e anche una grande attenzione nei confronti dei diritti della difesa».
 Potrebbero esserci margini pro Berlusconi?

«Penso che la giunta non abbia margini, non è chiamata a fare una scelta politica, non è che si occupa di approvare leggi fiscalio dimateria urbanistica. Deve semplicemente applicare la legge ai casi che le vengono sottoposti. Non è corretto che i componenti della giunta siano sottoposti a pressioni politiche che stravolgono la natura del loro lavoro».
Quando decadrà quindi Berlusconi?

«Lo capiremo dall’andamento della seduta del 9 settembre. Non credo proprio che sia immaginabile un allungamento fuori misura. Però non faccio parte della giunta, non faccio io il calendario».

Ci sono stati abboccamenti, confronti tra Pd e Pdl sulla vicenda Berlusconi?

«Se mi sta domandando se tra parlamentari parliamo della questione, rispondo di sì. Mase mi chiede se sono state mai proposte o intavolate trattative, la risposta è no. Dopo di che, in ogni conversazione con il centrodestra mi sforzo di mettere l’accento sulla crisi drammatica che il paese sta attraversando, sui rischi che corriamo per l’autunno».

Sarebbe bene che Berlusconi prendesse atto della condanna e si dimettesse?

«Deciderà lui, ma non trasferisca sul governo i suoi problemi personali».

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