Diciamo no alla mozione M5S-Sel per rispetto del capo della Polizia
Pansa ha detto che Angelino non sapeva
Pansa ha detto che Angelino non sapeva
Presidente Luigi Zanda, il gruppo che presiede ha deciso di votare contro la mozione di sfiducia ad Alfano. I dubbi e i sospetti che abbia mentito finiscono come polvere sotto il tappeto?
«Assolutamente no. Siamo davanti a un caso molto grave, il nostro no alla mozione di Sel e Cinquestelle nasce dal rispetto dovuto al rapporto del prefetto Pansa. Il capo della Polizia ha certificato che il ministro non sapeva nulla, che non era stato informato delle espulsioni della Shalabayeva e di sua figlia ed è questa la base su cui poggia il nostro voto. Naturalmente pesa anche la situazione del Paese, cioè la necessità di mantenere la stabilità del governo. Le ragioni per le quali tre mesi fa abbiamo contribuito a far nascere l`esecutivo di Enrico Letta permangono pienamente: solo ieri Bankitalia ha segnalato le difficoltà finanziarie che non mutano e l`Istat ha documentato l`aumento spaventoso delle povertà. L`Italia ha bisogno di un governo».
E poi c`è Napolitano che blinda Letta…
«L`intervento del Presidente è sempre molto importante, ma la decisione dei senatori democratici è quella votata dalla nostra assemblea e scaturisce da una profonda convinzione politica: questo governo è una necessità per il Paese».
Civati ha detto che siamo al presidenzialismo di fatto e al commissariamento della politica.
«Non sono d`accordo. Il presidente Napolitano ha una autorità morale molto forte, è equidistante, autorevole. Sono qualità positive per il Paese. Ma non è avvenuta alcuna trasformazione istituzionale».
Al momento del voto il suo gruppo si è spaccato, tre renziani più Casson, Puppato, Tocci e Ricchiuti si sono astenuti.
«Non parlerei di spaccatura. Eravamo 87: 80 hanno votato per il ‘no’ alla mozione di sfiducia. Parlerei dunque di consistente compattezza».
Saranno ammessi voti in dissenso?
«Ogni senatore è libero di votare secondo le proprie convinzioni, ma c`è stata un`assemblea e nessuno si è dichiarato a favore della sfiducia. E` impossibile che ci possano essere voti in dissenso».
Perché avete respinto anche la richiesta di una mozione di censura ad Alfano?
«Intanto perché l`ordine del giorno del Senato parla d`altro e poi perché queste iniziative vanno meditate e, se decise, concordate per avere una maggioranza. E noi in Senato non l`abbiamo».
E` vero che il segretario Epifani sta cercando di convincere Letta a chiedere ad Alfano di restituire la delega agli Interni?
«Epífaní ha dichiarato che questa vicenda va chiarita fino in fondo. Ci sono stati comportamenti ed errori gravi da parte di chi ha gestito la vicenda. Noi vogliamo sapere tutta la verità. E` evidente, poi, che è eccessiva la concentrazione in una sola persona di tre incarichi così onerosi come ministro degli Interni, vicepremier e segretario del Pdl. E` una situazione rischiosa: non dedicandosi a tempo pieno a nessuno dei tre incarichi, si possono commettere errori o omissioni».
Il Pd è nel caos. Ieri non solo Renzi ha chiesto le dimissioni di Alfano, ma anche Bindi, Finocchiaro, Civati, Orfini, Cuperlo. Perché è finito nel mirino soltanto il sindaco di Firenze?
«Il Pd non è nel caos. Il Pd è il partito più importante del centrosinistra e discute al suo interno da quando esiste e continuerà a farlo. Un conto è il dissenso interno, un altro è il caos. Per il resto siamo in una fase precongressuale, abbiamo un governo di necessità. E siamo in una maggioranza con partiti con il quali siamo sempre stati come cani e gatti. Che tutto questo provochi un aumento delle tensioni è naturale».
Renzi ha fatto sapere di essere stufo del Pd. Cosa gli risponde?
«E` probabile che non lo pensi, se lo pensasse dovrebbe lasciare il Pd. Invece è un sindaco del Pd, è dentro il Pd, sta pensando di candidarsi segretario del Pd. Rispondo a Renzi con amícizía e gli dico: non si deve mai essere stufi del proprio partito. Renzí è capace e intelligente, ma deve ancora trovare la misura dei suoi gesti e delle sue parole. Si è dato un obiettivo molto alto, ma per perseguire gli obiettivi alti c`è bisogno di molto equilibrio. E` arrivato il momento di interrompere il festival dell`indebolimento del partito».
«Assolutamente no. Siamo davanti a un caso molto grave, il nostro no alla mozione di Sel e Cinquestelle nasce dal rispetto dovuto al rapporto del prefetto Pansa. Il capo della Polizia ha certificato che il ministro non sapeva nulla, che non era stato informato delle espulsioni della Shalabayeva e di sua figlia ed è questa la base su cui poggia il nostro voto. Naturalmente pesa anche la situazione del Paese, cioè la necessità di mantenere la stabilità del governo. Le ragioni per le quali tre mesi fa abbiamo contribuito a far nascere l`esecutivo di Enrico Letta permangono pienamente: solo ieri Bankitalia ha segnalato le difficoltà finanziarie che non mutano e l`Istat ha documentato l`aumento spaventoso delle povertà. L`Italia ha bisogno di un governo».
E poi c`è Napolitano che blinda Letta…
«L`intervento del Presidente è sempre molto importante, ma la decisione dei senatori democratici è quella votata dalla nostra assemblea e scaturisce da una profonda convinzione politica: questo governo è una necessità per il Paese».
Civati ha detto che siamo al presidenzialismo di fatto e al commissariamento della politica.
«Non sono d`accordo. Il presidente Napolitano ha una autorità morale molto forte, è equidistante, autorevole. Sono qualità positive per il Paese. Ma non è avvenuta alcuna trasformazione istituzionale».
Al momento del voto il suo gruppo si è spaccato, tre renziani più Casson, Puppato, Tocci e Ricchiuti si sono astenuti.
«Non parlerei di spaccatura. Eravamo 87: 80 hanno votato per il ‘no’ alla mozione di sfiducia. Parlerei dunque di consistente compattezza».
Saranno ammessi voti in dissenso?
«Ogni senatore è libero di votare secondo le proprie convinzioni, ma c`è stata un`assemblea e nessuno si è dichiarato a favore della sfiducia. E` impossibile che ci possano essere voti in dissenso».
Perché avete respinto anche la richiesta di una mozione di censura ad Alfano?
«Intanto perché l`ordine del giorno del Senato parla d`altro e poi perché queste iniziative vanno meditate e, se decise, concordate per avere una maggioranza. E noi in Senato non l`abbiamo».
E` vero che il segretario Epifani sta cercando di convincere Letta a chiedere ad Alfano di restituire la delega agli Interni?
«Epífaní ha dichiarato che questa vicenda va chiarita fino in fondo. Ci sono stati comportamenti ed errori gravi da parte di chi ha gestito la vicenda. Noi vogliamo sapere tutta la verità. E` evidente, poi, che è eccessiva la concentrazione in una sola persona di tre incarichi così onerosi come ministro degli Interni, vicepremier e segretario del Pdl. E` una situazione rischiosa: non dedicandosi a tempo pieno a nessuno dei tre incarichi, si possono commettere errori o omissioni».
Il Pd è nel caos. Ieri non solo Renzi ha chiesto le dimissioni di Alfano, ma anche Bindi, Finocchiaro, Civati, Orfini, Cuperlo. Perché è finito nel mirino soltanto il sindaco di Firenze?
«Il Pd non è nel caos. Il Pd è il partito più importante del centrosinistra e discute al suo interno da quando esiste e continuerà a farlo. Un conto è il dissenso interno, un altro è il caos. Per il resto siamo in una fase precongressuale, abbiamo un governo di necessità. E siamo in una maggioranza con partiti con il quali siamo sempre stati come cani e gatti. Che tutto questo provochi un aumento delle tensioni è naturale».
Renzi ha fatto sapere di essere stufo del Pd. Cosa gli risponde?
«E` probabile che non lo pensi, se lo pensasse dovrebbe lasciare il Pd. Invece è un sindaco del Pd, è dentro il Pd, sta pensando di candidarsi segretario del Pd. Rispondo a Renzi con amícizía e gli dico: non si deve mai essere stufi del proprio partito. Renzí è capace e intelligente, ma deve ancora trovare la misura dei suoi gesti e delle sue parole. Si è dato un obiettivo molto alto, ma per perseguire gli obiettivi alti c`è bisogno di molto equilibrio. E` arrivato il momento di interrompere il festival dell`indebolimento del partito».