‘Un lavoro scrupoloso che ci consente di poter affermare come la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale non sia soltanto un problema economico e quindi di risorse, ma il risultato di scelte politiche che possono garantirne l’efficacia e la qualità. Di qui il ruolo fondamentale che può e deve svolgere il Parlamento nella sua interezza’. Lo afferma la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità, relatrice, insieme al collega di Commissione D’Ambrosio Lettieri (Fi), dell’Indagine sulla sostenibilità del SSN, che oggi hanno presentato le prime conclusioni dell’indagine avviata nel giugno del 2013 e ancora in corso al Senato.
‘Nel documento, presentato alla Commissione e che sarà la base della discussione – ricorda Dirindin – abbiamo voluto sottolineare anche la necessità che il tema della Sanità e più in generale della Salute torni al centro dell’attività parlamentare affinché le grandi decisioni sanitarie tornino ad essere scelte condivise e non più competenza esclusiva di Governo e Regioni’.

‘Nove – spiega la senatrice – i punti su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione e su cui puntiamo per un rilancio del Ssn: dal tema del finanziamento del Ssn alla sostenibilità della spesa privata; da un piano straordinario di investimenti alla ridefinizione e il monitoraggio dei Lea; da una governance per l’uniformità alle risorse umane;dal migliorare la regolamentazione della responsabilità del medico e ridurre i costi della medicina difensiva alla informatizzazione e alla digitalizzazione della sanità e la legalità e trasparenza. Su tutti i punti abbiamo cercato di fornire dati e documentazione, supportate dall’apporto considerevole delle numerose audizioni svolte dai maggiori attori della sanità pubblica.
‘Su tutti – sottolinea Dirindin – abbiamo però voluto evidenziare il problema del personale, uno dei fattori di maggiore criticità del sistema sanitario nazionale da ricondurre ai tanti vincoli imposti, sia alla spesa sia alla dotazione di personale, in particolare nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro: riduzione della spesa rispetto al livello del 2009; blocco totale o parziale del turn over; blocco delle procedure contrattuali; blocco della indennità di vacanza contrattuale (congelata al 2013); blocco dei trattamenti accessori della retribuzione; contenimento della spesa per il lavoro flessibile, riduzione delle risorse per la formazione specialistica dei medici’.

‘A fronte di tutto ciò va ricordato che in sanità spendiamo sempre meno. La spesa sanitaria italiana può considerarsi già oggi sostenibile è sensibilmente inferiore rispetto a quanto fanno i maggiori paesi europei. Sul tema della sostenibilità, e la nostra indagine lo conferma, c’è ancora molta confusione e il sistema rischia ormai di essere logorato dai continui tagli’, conclude la senatrice ‘rendendo sempre più difficile l’accesso alle cure ai cittadini soprattutto nelle Regioni sotto Piano di rientro’.

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