Il candidato sindaco del centrosinistra ha comprato 20 mila euro di azioni per poter intervenire
PER la prima volta un ` as semblea dei soci di Acea è passata dal solito
pugno di minuti a otto ore di discussione, dalle 10 alle 18».

Come è nata, Marino, l`idea di acquistare 20 mila euro di azioni
e intervenire come socio?

«L`Acea è una delle società più
importanti del nostro Paese, quotata in borsa dal 1999, e una delle
più importanti del Comune, attiva nei settori strategici di acqua,
energia e ambiente. Basti pensare che per quanto rigivarda l`acqua
è ilprimo operatore nazionale. Ha 9, 5 milioni di utenti e un fatturato
di 3 miliardi e mezzo di curo».
Di che cosa ha parlato nel suo
intervento?

«Per cominciare del fallimento
del management indicato da dati molto chiari: l`indebitamento finanziario
è cresciuto del 53% dai 1633 milioni del 2008 agli attuali
25000 milioni. E il titolo, che nel
febbraio 2009, data che precedeva la nomina dell`attuale Cda, valeva
circa 10 euro e oggi ne vale 4,4».

L`accusa all`operazione diAlemanno è stata quella di procedere
aunaprivatizzazione mascherata della società.


«Mi preoccupa in primo luogo la scarsa attenzione agli utenti,
peril caso delle bollette pazze, che ormai arrivano ai romani. Hanno
cambiato i contatori digitali e non sono in grado risolvere problema.
E soprattutto il fatto che non sia opportuno che venga convocata
un`assemblea degli azionisti alla vigilia delle elezioni amministrative.
Il mio giudizio è cheAlemanno ha voluto compiere l`ennesimo
atto finalizzato ad occupare posizioni e distribuire posti».

Che cosa ha chiesto nel suo intervento?

«Sono riuscito a far mettere ai
voti un punto non presente nell`ordine del giorno, un rinvio dell`assemblea,
perché non si pronunciasse oggi sulla nomina dei
nuovi consiglieri ma questo venisse affidato alla nuova amministrazione
del Comune di Roma tra un mese e mezzo».
Che pericoli comporta la
struttura del nuovo Cda?

«Noi vogliamo davvero cambiare
tutto e non sono assolutamente d`accordo che, visto che le
norme prevedono da 5 a 9 consiglieri, per distribuire un maggior
numero di poltrone si sia deciso di farlo rimanere a nove».

Lei ha parlato di compensi esagerati.

«Sì, di tutto il management. Ho chiesto al rappresentante di Me manno
di inserire una norma per cui se viene a mancare la fiducia al
management, ci sia la possibilità di allontanarlo senza pagare penali».

E gli stipendi?
«Il direttore generale Paolo
Gallo l` anno scorso haraggiunto 1 milione 868 mila 831 euro che è
probabilmente quattro volte lo stipendio di Barack Obama».

Il Pd ha accusato Alemanno di voler spostare i rapporti di forza
a favore dei privati proprio conia nomina nel consiglio di Gallo,
gradito a Caltagirone e Gaz de France.


«Io davvero non ho nulla di per sonale nei confronti di Paolo Gallo,
delle sue competenze e professionalità, però con l`insieme dei
voti condotti oggi in assemblea di fatto la maggioranza dell`Acea
viene controllata dai soci privati mentre la maggioranza delle
azioni è del Comune».
Gallo ha affermato di essere a
favore della cessione de121% delle azioni ai privati, perché, a suo
avviso, la mano pubblica rimarrebbe determinante.


«È un`affermazione che dimo stra il significato di quanto è avvenuto
oggi: il socio dimaggioranza, cioè Alemanno, ha di fatto voluto
passare la possibilità di prendere decisioni ai soci privati».

Come continuerà la battaglia?

« Ora venderò le azioni che ho comprato. Ma è evidente che il
mio impegno continuerà da sindaco valutando irisultati. Ci base remo
sull`interesse del servizio pubblico e sulla valutazione degli
obiettivi raggiunti dai manager. La parola d`ordine è: cambieremo tutto».