“Potevano essere evitati almeno alcuni dei ritardi nella progettazione e realizzazione dei presidi previsti per la sanità territoriale in Friuli Venezia Giulia. Purtroppo si sono fatte sentire le conseguenze della decisione della Giunta regionale tuttora in carica, che ancora nel 2019 ha rinunciato all’attivazione dei Centri di assistenza primaria (Cap) che non erano ancora pienamente operativi sui territori. Chi era già avanti su quella strada come l’Emilia Romagna ora sta realizzando meglio i progetti del Pnrr, il Friuli Venezia Giulia deve recuperare il tempo perduto”. Lo dichiara la senatrice Tatjana Rojc, in merito allo studio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che non registra case e ospedali di comunità realizzate in Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, previste dal Pnrr. “Era prevedibile che si generasse una viscosità nell’attuazione delle Case della comunità in regione – osserva Rojc – dal momento che l’assessore competente, ancora alla fine del 2021, era convinto che questa non era una soluzione per l’assistenza territoriale, ma un ‘riassetto deciso dal GOVERNO e che le Regioni devono avere'”.”Solo due anni fa – ricorda la senatrice – dalla Regione si rassicurava che ‘il timore che i Distretti vengano smantellati non è fondato’ mentre per i centri di salute mentale si diceva che avrebbero lavorato ‘sulla base della domanda, che sarà valutata dalle persone che ci lavorano’. Bene sarebbe stato ascoltare davvero chi ci lavora”
Pubblicato il
in Affari Sociali, Igiene e Sanità, Comunicati Stampa, Regioni, Stampa