Per centinaia di comuni, soprattutto quelli con una popolazione a cavallo dei 15 mila abitanti, le prossime elezioni potrebbero svolgersi con un vuoto normativo, che va colmato, pena l’attribuzione di un numero incongruo di consiglieri o addirittura l’accesso al sistema di voto inadatto. E’ quanto denuncia il senatore del Pd Dario Stefàno, presidente della commissione Politiche Ue, che ha rivolto alla ministra dell’Interno Lamorgese un’interrogazione parlamentare in cui chiede di valutare l’opportunità di “fare ricorso per il rilevamento della popolazione residente ai dati desumibili dal censimento permanente, anziché all’ultimo censimento decennale disponibile”, risalente ormai al 2011.
“Con l’interrogazione – spiega Stefàno – chiedo alla ministra dell’Interno di dare soluzione con urgenza al vuoto normativo riguardante le modalità di calcolo della popolazione residente negli enti locali, necessaria per la definizione del numero dei consiglieri comunali assegnati, degli assessori nominabili e, per i comuni a cavallo dei 15 mila abitanti, addirittura del sistema di voto (turno unico o doppio turno con ballottaggio) nelle elezioni comunali. I comuni interessati alla questione sono centinaia. Il Testo unico degli Enti locali stabilisce infatti che il numero dei consiglieri comunali sia determinato in base alla popolazione la quale, secondo il comma 4 dell’articolo 37 , ‘è determinata in base ai risultati dell’ultimo censimento ufficiale’. Il problema è che l’ultimo censimento ufficiale è quello generale del 2011 e che da allora, inoltre, il censimento generale è stato sostituito dal censimento permanente, svolto ogni anno. Da qui la necessità di modificare con urgenza la norma in questione, per fare riferimento, per le prossime elezioni comunali e più in generale per il futuro, al censimento annuale”.
Roma, 1 giugno 2021