“Le senatrici e i senatori del Partito Democratico apprezzano e sostengono la linea politica che il nostro Governo e il Presidente del Consiglio stanno tenendo in Europa e considerano con favore il rispetto con cui le posizioni italiane vengono accolte. A cominciare dalla richiesta di maggiore attenzione alle politiche di sviluppo e alla sollecitazione per un drastico cambio di rotta che sappia dare un respiro di lungo periodo alla politica europea dell’immigrazione”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda intervenendo, nell’Aula del Senato, in dichiarazione di voto sulla risoluzione sulla Brexit. E poi aggiunge: “Oggi l’Italia è ascoltata in Europa non solo per la qualità delle misure che propone, ma anche per la stabilità politica che da qualche anno esprime. Nel giorno in cui l’esito del voto spagnolo non risolve l’incertezza del quadro politico, guardiamo la carta dell’Europa e osserviamo le condizioni di stabilità molto precarie di tante nazioni oggi indebolite da difficili condizioni politiche, dalla crisi economica, dal ritardo delle riforme, da sistemi istituzionali che improvvisamente si rivelano fragili, da tensioni xenofobe o autoritarie. L’Italia, contraddicendo una sua tradizione molto diversa, oggi è un Paese stabile, con un avanzato e significativo programma di riforme, rispettoso dei parametri di Maastricht. Da qui viene il credito internazionale di cui godiamo, che ci consente di portare con autorevolezza la nostra visione dell’Europa e i nostri interessi nazionali all’attenzione dei nostri partner europei ed extraeuropei. Dico alle forze politiche di maggioranza e di opposizione: difendiamo la stabilità del nostro Paese, non sciupiamola con le nostre beghe interne. Ricordiamoci che la stabilità avvantaggia tutti, mentre l’instabilità danneggia fortemente anche chi la determina”.
Nel suo intervento Zanda ha sottolineato: “Più Europa vuol dire più democrazia e più politica. Per avere più democrazia serve un Parlamento europeo più forte. Non è difficile. Ma bisogna volerlo. Per avere più politica serve lavorare per un’Europa Federale alla quale gli Stati affidino sicurezza, difesa e politica estera. Bilancio e fisco. Che si assuma la responsabilità della lotta al terrorismo internazionale, delle politiche delle migrazioni e delle politiche di sviluppo e di espansione. Non serve a nessuno un’Europa burocratica che pretenda di misurare i millimetri delle vongole, che disquisisca di agriturismi o persino di rosmarino, come ieri, ironicamente, ha detto Romano Prodi. Serve un’Europa che si ispiri ai principi dei padri fondatori e che si impegni a risolvere in primo luogo, prioritariamente i grandi problemi geopolitici, economici e sociali del nostro continente. E che non dia, invece, prevalenza a una minuziosa ed eccessiva attività regolatoria in questioni che converrebbe lasciare alla disciplina degli Stati nazionali”.


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