‘Il dialogo è obbligatorio ma non vedo differenze tra Franceschini e Bersani nonostante i tentativi di strumentalizzazione Pdl’
«Non vedo grosse differenze tra la linea di Bersani e le posizioni di Franceschini». Luigi Zanda commenta così l`intervista al Corriere dell`ex segretario democratico. Sarà compito del nuovo Capo dello Stato «risolvere il rebus del governo» sostiene il capogruppo Pd a Palazzo Madama. Un presidente della Repubblica «nella pienezza dei suoi poteri», tra l`altro, potrebbe assegnare un incarico pieno tenendo conto che «il Partito democratico ha la maggioranza assoluta alla Camera e relativa al Senato». Dialogo con il Pdl? Si dovrà sviluppare sulle riforme costituzionali e istituzionali. «Inaccettabile», tra l`altro, la pretesa del centrodestra di «condizionare la scelta sul Quirinale ai futuri equilibri di governo».
L`onorevole Franceschini afferma che senza un rapporto con il Pdl non si potrà formare alcun governo, lei è d`accordo?
«Per cambiare la Costituzione – e sappiamo tutti che l`Italia avrebbe bisogno di rilevanti riforme a cominciare dalla riduzione del numero dei parlamentari e dal superamento del bicameralismo perfetto – il dialogo tra sinistra, centro e destra è obbligatorio. Così come per riforme di grande portata come la legge elettorale e la modifica dei regolamenti parlamentari. Su tutto questo il dialogo ad ampio spettro in Parlamento ha un rilievo così elevato che Bersani ha offerto al Pdl la presidenza della Convenzione per le riforme. E questo anche perché deve cessare la reciproca delegittimazione tra centrosinistra e centrodestra. Altra cosa sono, naturalmente, le questioni personali di Berlusconi che debbono seguire il loro corso. Il nostro ordinamento non prevede privilegi legati alla forza politica di un leader». Franceschini pone il problema del governo, però. È questo l`elemento di novità a proposito di dialogo…
«No, non mi sembra. Franceschini fotografa la condizione del Parlamento e in modo particolare del Senato. Spetterà, naturalmente, al prossimo presidente della Repubblica, e alla personalità alla quale darà l`incarico, la responsabilità di dare soluzione al rebus governo. Non possiamo prescindere da due dati oggettivi. Il primo è che alla Camera c`è una maggioranza certa e al Senato no. Il secondo è che se dovessimo tornare a votare si riproporrebbe l`attuale situazione di stallo».
L`ex segretario del Pd propone un esecutivo di transizione. Di cosa si tratta? Di un governo tecnico, o del presidente, o di un`alleanza a tempo Pd e Pdl per varare la legge elettorale e riconvocare le urne?
«A me sembra che la chiave per interpretare la fase attuale sia stata data dalle scelte del presidente Napolitano. Con la nomina dei saggi il Capo dello Stato ha voluto indicare la necessità di un`agenda fatta di pochissimi punti necessari a rendere fluido ed efficiente il sistema politico-istituzionale e a difendere l`Italia sul piano economico e sociale da una crisi sempre più grave».
Letto Franceschini, Renzi commenta che nel Pd tanti, e non solo lui, vogliono evitare le elezioni…
«Tutta la fatica di Bersani ha avuto come stella polare l`obiettivo di evitare il voto. È il Pd nel suo complesso che non vuole tornare alle urne. E non certo per paura, ma perché sa che l`Italia potrebbe fare una brutta fine se imboccasse la strada di elezioni che seguono elezioni alle quali seguono altre elezioni. Noi possiamo pensare di votare ancora solo se avremo una legge elettorale meno delinquenziale di quella attuale».
Dal Pdl molti applausi a Franceschini. Prendono lucciole per lanterne e scambiano l`invito al dialogo per un sì alle larghe intese?
«Il Pdl può perdere il pelo ma non perde il vizio. Capisco il desiderio di trovare differenze o rotture dentro il Pd. Tra di noi le discussioni sono sempre presenti, dibattiamo continuamente e i pareri sono vari. Ma in questo caso tra l`intervista di Franceschini e la linea di Bersani grosse differenze non ne vedo».
Le vede la base del Pd, però, stando a ciò che emerge da Twitter o da Facebook. Sulla rete un susseguirsi di «no all`inciucio» e di «mai con il Pdl»…
«Noi dobbiamo partire dai problemi dell`Italia. Siamo di fronte ad imprese che chiudono, ad altre che falliscono, ad altre ancora costrette a licenziare, alla cassa integrazione che aumenta di volume, a migliaia di situazioni personali e familiari dolorosissime, come dimostrano gli stessi suicidi di Civitanova Marche. Il dibattito su retroscena, retropensieri e intenzioni sottotraccia francamente non mi appassiona». Senza un governo, però, la crisi si avvita. Grillo, tra l`altro, continua a puntare «su II` inciucio» Pd-Pd I per guadagnare rendite di posizione…
«Grillo ha il merito di essere chiaro nei suoi obiettivi. Quando dice che vuole aprire come una scatoletta di tonno il Parlamento, che è il luogo della democrazia, sta enunciando il suo programma. Tutte le sue uscite hanno l`obiettivo di scardinare il sistema».
Come se ne esce, allora, presidente? Il tema del governo, tra l`altro, si intreccia con quello della presidenza della Repubblica
«L`elezione del Capo dello Stato è la questione sul tappeto. E deve essere valutata con senso di responsabilità perché il Parlamento e le Regioni dovranno scegliere la personalità che per sette anni dovrà garantire con autorevolezza la democrazia assieme alla difesa dei principi sommi della Costituzione e della dignità del sistema politico. E io penso che il nuovo Capo dello Stato debba anche aiutare il Paese a ritrovare un po` di giustizia sociale».
Il Pdl rilancia lo scambio Palazzo Chigi Quirinale, una trattativa all`ingrosso per le due cariche. Proposta tuttora irricevibile?
«Irricevibile la richiesta di condizionare il voto sul Capo dello Stato a futuri equilibri di governo. La Costituzione separa le due questioni e il sistema politico ha il dovere di tenerle ben distinte».
Dopo l`elezione del Capo dello Stato, l`incarico spetta ancora a Bersani?
«Penso che la scelta del presidente incaricato sarà tutta del nuovo Capo dello Stato. E penso che questi, appena eletto, non potrà non tener conto delle forze parlamentari e del fatto che c`è un partito che ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. E penso anche che con un presidente nella pienezza dei suoi poteri – perché non bisogna dimenticare che Napolitano oggi non può sciogliere le Camere – l`incaricato, chiunque esso sia, potrebbe avere un mandato pieno e non esplorativo».

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